«Le città sono aperte, libere, non possono esserci piazze o strade a pagamento. Quindi io sono contrario ai ticket. Penso invece che presto si potranno introdurre dei regolatori di accessi, le nuove tecnologie lo consentono. Per cui quando un luogo della cultura ha troppa gente e diventa complicato per la sicurezza e per la tutela della fragilità delle opere d’arte, si fermano gli ingressi finché il pubblico non defluisce prima di farne entrare altri. Ci sono altre città nel mondo ed in Europa che l’hanno  fatto». Così il Ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sul dibattito in corso circa la volontà dei sindaci di alcune città italiane di regolare il flusso turistico nei luoghi d’arte.

No a soluzione univoca «I sindaci delle cinque città, Firenze, Venezia, Roma, Milano e  Napoli, che hanno o possono avere questo problema hanno scritto in  merito una lettera, e – ha aggiunto il ministro Franceschini – presto ci vedremo. Naturalmente questa è una competenza dei sindaci». Sul tema nei giorni scorsi si era già espresso il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che dopo le parole del ministro Franceschini ha sottolineato che «Il turismo di massa pone questioni e problemi, ma non esiste una soluzione univoca che vada bene per tutti. Occorre avere piena cognizione dei flussi turistici nei centri storici e di questo parleremo a breve alla riunione con le altre città d’arte, Venezia, Roma, Milano e Napoli, che stanno dialogando col Ministro proprio su questo tema».

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