Cuochi assunti come camerieri e camerieri assunti a un terzo delle ore reali di lavoro; addette alle pulizie pagate con tre euro per ogni stanza pulita, lavoratori a chiamata senza garanzia dell’orario minimo stabilito dal contratto nazionale; bagnini “tuttofare” a cui viene chiesto di svolgere ulteriori mansioni invece che sorvegliare la spiaggia. Sono le storie che arrivano alla Filcams Cgil da tutta la Toscana, nel pieno della stagione turistica. «Storie che raccontano di diritti negati, retribuzioni più basse e deroghe alle norme del Contratto Nazionale – si legge in una nota del sindacato – : certo non sempre e dappertutto è così, ci sono molte aziende che rispettano le regole, ma troppo spesso si verificano e vengono denunciate queste pratiche. Ogni anno in Toscana – tiene a evidenziare la Filcams Cgil – sono centinaia le cause di lavoro nel settore turistico, la maggior parte delle quali vinte dal lavoratore».

Turismo settore in forte crescita In questo quadro di lavoro precario e svilito, la Filcams Cgil rileva, invece, che il turismo resta un settore in forte crescita, che rappresenta quasi il 12% del Pil toscano. Nella regione, nel 2017 le risorse entrate sono salite del 9%, le presenze del 3,8%, gli arrivi del 6,3%; sono arrivati in Toscana 46,3 milioni di turisti attraverso le strutture ufficiali, e 44 milioni in quelle non ufficiali (bed ‘n’ breakfast, piattaforme come Air Bnb). E per il 2018 le stime parlano di un aumento di almeno di oltre 2 milioni di turisti che porteranno gli arrivi a più di 103 milioni. L’unica cosa che non cresce in maniera proporzionale sono gli occupati, circa 150mila.

Bernardini: «Ritorno al voucher? No grazie» Anche per questo la segretaria della Filcams Cgil Toscana Cinzia Bernardini dice: «Un ritorno dei voucher? No grazie». Nel 2016, precisa la nota del sindacato, i voucher venduti in Toscana furono circa 12 milioni, e quasi 3 milioni di questi erano nel turismo. Per il 30%, furono dati a lavoratori che già avevano operato nella stessa azienda, sostituendo così contratti a termine regolari e mettendo a rischio la possibilità di ottenere successivamente la Naspi (ex indennità di disoccupazione). E’ quindi un “no” fermo, quello di Bernardini, alla reintroduzione dei voucher a cui il governo sta pensando: «Una mossa che abbasserebbe il costo del lavoro, coprirebbe e legittimerebbe il lavoro nero . Inoltre il lavoro stagionale non può essere confuso con il lavoro occasionale, utilizzare i voucher significherebbe togliere a quei lavoratori l’applicazione del Contratto nazionale e quindi diritti importanti come la malattia, l’orario di lavoro, la maternità, oltre che privare della Naspi migliaia di lavoratori, togliendo loro diritti e dignità» Per questo la Filcams Cgil aderisce al presidio promosso dalla Flai Cgil (assieme a Fai Cisl e Uila Uil) per dire no alla reintroduzione dei voucher in agricoltura e nel turismo, anche perché sarebbe uno schiaffo al milione e mezzo di cittadine e cittadini che hanno firmato per abolire i voucher stessi su proposta della Cgil. Il presidio è iniziato ieri, si tiene oggi e si terrà domani davanti a Montecitorio in concomitanza con la discussione del Decreto Dignità. Domani sarà lì a Roma anche la Filcams Cgil Toscana.

Articolo precedenteForme nel verde, workshop e street post art aspettando, la nuova opera di Maurizio Cattelan
Articolo successivoSpiagge sicure. In Versilia i Carabinieri arruolano le moto a 4 ruote