«Il mare dell’arcipelago toscano è piuttosto pulito, così come le spiagge e l’ambiente sono in buono stato ma c’è un pericolo importante rappresentato dai rifiuti e soprattutto dalla plastica, tanto che tra l’Elba, Capraia e la Corsica, vicino al cosiddetto ‘Santuario dei cetacei’, è presente uno dei più grandi ‘vortici di microplastiche’ del Mediterraneo». A lanciare l’allarme è Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana presentando i risultati del progetto ‘Vele spiegate’ che questa estate ha visto impegnati oltre 200 volontari per ripulire 22 spiagge dell’Arcipelago toscano raccogliendo oltre 700 chili di rifiuti.

«Grazie alle correnti la plastica non arriva sulla costa» «In quel tratto di mare si è venuta a creare una vera e propria ‘zuppa di plastica’ – ha sottolineato ancora Mazzantini -, composta da tonnellate microplastica creata, tra l”altro, dallo sfarinamento della plastica stessa ma anche da quelle piccolissime contenute, ad esempio, nei cosmetici esfolianti. A questo contribuisce anche frammenti di paraffina, residuo della pulizia delle navi in mare». Secondo Mazzantini «da anni è segnalato questo fenomeno, e tutta quella plastica galleggiante non raggiunge la costa grazie alle condizioni delle correnti. Correnti che però potrebbero sempre cambiare».Il progetto a Vele Spiegate, realizzato insieme all’associazione ‘Diversamente marinai’, ha registrato una media di 258 rifiuti ogni 25 metri di spiaggia, anche in alcune delle realtà più belle e tutelate dell’arcipelago toscano. «Abbiamo ripulito spiagge dove ancora nessuno era mai sbarcato in questi anni come lo Scoglietto a Palmaiola o a Cerboli – ha sottolineato ancora Mazzantini -. Nessuno, nella storia dell’umanità, aveva infatti mai ripulito quei luoghi dove però abbiamo trovato molta plastica e rifiuti portati dal mare». «Vele Spiegate – spiega Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente -, oltre a rappresentare la più grande campagna di pulizia delle spiagge mai effettuata da volontari nell’Arcipelago toscano, è un’ulteriore e significativa esperienza di citizen science praticata da anni da Legambiente su tutto il territorio nazionale».

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