Il corpo di Lorenzo Orsetti, il 33enne fiorentino ucciso in combattimento dall”Isis mentre militava come volontario a fianco delle milizie curde, «è ancora in Rojava», dove è morto durante operazioni belliche, «e non è una bella cosa. C’è una mancanza di comunicazione, da quel che ho capito, tra l’Ypg e il consolato italiano. Io non so cosa stia succedendo, però i contatti diplomatici sono problematici e questo la dice lunga». Lo ha detto Alessandro Orsetti, padre di Lorenzo, sulle difficoltà a far rientrare la salma in Italia.

«Non c’è comunicazione» Lo stesso fatto che ancora ritardi il rimpatrio«“è il segnale che non c’è un contatto chiaro, istituzionale. Non c’è comunicazione e questo mi dispiace molto. Spero che la situazione si sblocchi» anche perché «vorrei che la cittadinanza di Firenze, le associazioni, la politica e le istituzioni italiane onorassero Lorenzo e ricordassero il suo sacrificio». Nel frattempo in queste ore è iniziato lo sciopero della fame da parte di alcuni esponenti della comunità curda in Toscana per chiedere la fine dell’isolamento in carcere del leader del Pkk curdo Abdullah Ocalan. Parlando poi del giovane fiorentino Lorenzo Orsetti, ucciso mentre combatteva al fianco dei curdi, il rappresentante della comunità Erdal Karabey ha dichiarato: «Orsetti ha lasciato un significato molto importante, ha fatto capire che dobbiamo essere tutti uniti contro la guerra, contro l’occupazione, contro il genocidio. Con la sua lettera Orsetti ha spiegato che è andato a combattere per un popolo che non conosceva, per un ideale, perché c’è una guerra contro lo Stato curdo e contro l’Isis perché rappresenta un pericolo per tutto il mondo»

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