MARCO-DRAGONI2L’arte è un mix di passione, evasione e contaminazione di vari generi e tecniche. Sembra essere questa la linea guida delle opere di Marco Dragoni, di mestiere magazziniere ma da sempre appassionato di arte e pittura. La sua cittadina d’origine, Rapolano Terme, gli offre adesso l’opportunità di realizzare il suo sogno nel cassetto: la prima mostra personale. “Sporco”, è questo il titolo dell’allestimento promosso dall’Associazione culturale TvSpenta al Caffè del Teatro, che verrà inaugurato venerdì 15 gennaio alle 21. «‘Sporco’ perché sono tutte opere che nascono dal riciclo di materiali che altrimenti verrebbero buttati via. O, come si dice da queste parti, ‘nello sporco’», racconta Marco Dragoni.

MARCO-DRAGONI1La mostra Legno e carta, uniti in accattivanti collage, arricchiscono una mostra in cui si trovano tantissimi materiali e tecniche, in un mix di pittura (a olio o acrilica) e scultura. «Tavole e vecchie panche di legno sono un po’ la mia tela – spiega ancora Dragoni -. Sono un tipo molto istintivo e l’arte rispecchia la mia personalità. Del resto, vedo nelle mie opere non solo un divertimento o un passatempo ma anche un’importante valvola di sfogo per superare i momenti più difficili. L’ispirazione arriva da tutto ciò che mi circonda: da quello che vedo e sento in tv, da ciò che leggo in un libro o in un articolo di giornale, da un’esperienza profonda e coinvolgente o anche da una semplice chiacchierata al bar con gli amici. Tutto può diventare arte e la mia mostra rimarca bene questo concetto».

MARCO-DRAGONI3Passione per l’arte Arte che nasce dal basso, per pura passione, e che allo stesso modo ha trovato terreno fertile in un’associazione, TvSpenta, e in una location, il Caffè del Teatro di Rapolano, che hanno sposato e voluto l’esposizione delle opere di Marco Dragoni. «Per me è una grandissima emozione, mai avrei pensato che le mie opere potessero essere esposte – conclude –. Per di più nel paese in cui vivo ed in un posto che frequento tutti i giorni. Ha un significato profondo che mi rende orgoglioso. Sono felice».

(Tratto da La Nazione ed. Siena del 15/01/2016)

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