FIRENZE – Niente pesca. Non si salpa. La marineria toscana dovrà restare un altro mese in porto con i motori spenti.
Terminato il fermo biologico previsto nel mese di ottobre per le attività di pesca del Mar Tirreno (nell’Adriatico a settembre), i motopescherecci a strascico erano pronti a tornare in mare dal 1 novembre ma la comunicazione dell’UE arrivata solo il 29 ottobre ha gelato tutti.
Un colpo che ha spiazzato i capitani e tutta la filiera ittica nuovamente penalizzata da Bruxelles secondo cui le marinerie del Mediterraneo avrebbero già esaurito le giornate di pesca a loro disposizione previste dal piano di gestione europeo West Med.
Da Viareggio all’Argentario sono un centinaio le attività bloccate a cui va sommata anche la piccola pesca molto diffusa in tutta l’area dell’Arcipelago.
A denunciarlo è Coldiretti Pesca Toscana che ha informato del prolungamento il Governatore, Eugenio Giani a cui ha chiesto la convocazione del tavolo blu per la pesca. I tempi della sua convocazione sono legati però alla nomina della nuova giunta poiché il tavolo è coordinato dall’assessore all’agroalimentare.
Per Coldiretti Pesca le imprese ittiche raggiunte dal prolungamento del fermo devono essere aiutate nell’immediato con risorse compensative per superare un altro mese di stop alle attività che farà mancare sulle tavole oltre 5 milioni di euro di valore di pescato secondo una stima dell’associazione.
Il portafoglio da cui attingere è quello del fondo Feampa da cui potrebbero arrivate le sostanze economiche necessarie per sostenere il settore in un momento di grande incertezza.
“È necessario agire subito – sottolinea Coldiretti Pesca Toscana – per garantire la sopravvivenza economica e sociale della flotta a strascico. La pesca a strascico è finita ingiustamente nel mirino delle politiche europee che sta tentando di far chiudere un comparto che porta sulle nostre tavolo il 70% del pescato italiano senza prevedere risorse adeguate per la riconversione. Il prolungamento del fermo pesca è un duro colpo per le imprese già stremate dai continui aumenti di costi e dall’invasione di pesce straniero”.







