Il Premio Casato Prime Donne, che verrà consegnato domenica 14 settembre a Montalcino, ha scelto anche quest’anno un personaggio capace di segnare e cambiare il profilo femminile e dare un esempio ai tanti ‘cervelli’ emigrati all’estero. Dopo astronaute, artiste, sindache minacciate dalla criminalità e sportive, nel 2014 è il turno dell’astrofisica Sandra Savaglio che ha scelto di rientrare in Calabria dopo 23 anni durante i quali ha lavorato usando i maggiori telescopi del pianeta.

Chi è – Savaglio, 47 anni, sportiva, giramondo, innamorata del cosmo, ha un aspetto assolutamente diverso da Margherita Hack scomparsa lo scorso anno, ma condivide con lei la grinta e la capacità di comunicare. Nel 2004 il ‘Time’ dedicò a Sandra Savaglio la copertina e un titolo emblematico ‘How Europe lost its science stars’, proponendola a simbolo della fuga dei cervelli. Oggi la stessa studiosa viene proposta dal Premio Casato Prime Donne come esempio delle donne che scelgono di scommettere sul futuro dell’Italia e tornano per costruirlo. La storia di Sandra Savaglio somiglia a una fiaba. Diciassettenne, quando ancora frequenta il liceo scientifico ‘Scorza’ di Cosenza legge Asimov e scopre la sua vera passione e pensa: “Da grande mi piacerebbe fare la scienziata astrofisica, adoro scrutare il cielo, le galassie, pensare all’infinito, capire com’è fatto l’universo”. Passione che la porta, molti anni dopo, nel gruppo di studiosi che, alle Hawaii con il telescopio ‘Gemini’, scopre le origini più antiche della nostra galassia. Nel 1991, dopo la laurea in fisica con 110 e lode e il dottorato all’Università della Calabria e allo European Southern Observatory, firma un contratto che la porta all’Università di Baltimora. Dice addio a Marano Marchesato, piccolo centro in provincia di Cosenza, e come tanti altri cervelli in fuga, si trasferisce all’estero. I suoi studi diventano sempre più impegnativi: esplora le galassie distanti, si occupa dell’arricchimento chimico dell’universo, dei fenomeni esplosivi, fa scoperte fondamentali per la comprensione delle galassie che ospitano i lampi gamma. Ha appena lasciato, dopo più di otto anni, il Max-Planck Institute di Garching in Germania dove è stata Fellow e Senior Research Scientist e in precedenza è stata allo Space Telescope Science Institute di Baltimora negli Stati Uniti e prima ancora, dal settembre 2001 a febbraio 2006, presso la John Hopkins University della stessa città. Non c’è solo l’astrofisica nei suoi interessi ma anche l’impegno civile; nel 2006 pubblica insieme a Mario Caligiuri un libro-denuncia sul mondo della ricerca in Italia. In autunno lascerà la Germania, a seguito della ‘chiamata diretta’ dell’Università della Calabria dove farà il professore ordinario.

La giuria – Una Prima Donna in tutto e per tutto. Per questo è stata scelta dalla Giuria del Premio Casato Prime Donne composta da Francesca Cinelli Colombini (presidente), Rosy Bindi, Anselma Dell’Olio, Anna Pesenti, Stefania Rossini, Anna Scafuri e Daniela Viglione. Un simbolo di cambiamento del ruolo femminile come le cantine di Donatella Cinelli Colombini, che organizzano il Premio e sono le prime in Italia con un organico interamente in rosa.

Articolo precedentePalio, accoppiate lampo cavallo-fantino. Trecciolino resta a guardare
Articolo successivoAl lavoro come assistente disabili arrotondava lo stipendio spacciando