cacciatore_caneLa storia degli ATC (Ambiti territoriali di caccia) in provincia di Siena, assume ormai i connotati di una farsa vera e propria. E per le aziende agricole della Valdelsa, che ricadono nell’area ATC 17, i rimborsi dovuti continuano ad essere un miraggio. Come anticipato nelle settimane scorse dalla Cia Siena, ben 130 aziende agricole valdelsane non hanno ancora riscosso la somma di 180mila euro (complessivi) già stanziati e destinati ai danni causati dagli ungulati nel 2014. Il termine ultimo era fissato nel 30 giugno, stessa data in cui il Commissario ATC se ne è andato senza pagare. Colpa della mala-burocrazia e della cattiva gestione degli ATC provinciali, oggi riuniti in una ATC unica.

Ma la ‘vicenda ATC’ in provincia di Siena è molto più complessa, e gli sbagli fatti in passato si ripercuotono sull’attualità. Prima un’indagine della procura per l’Atc 19, che ha portato alle dimissioni dei vertici e al conseguente commissariamento; dimissionari e poi commissariate anche le Atc 17 e 18. Vicende che hanno portato a ritardi in provincia di Siena al momento in cui la Regione Toscana ha attuato uno snellimento degli Atc (portandoli da 19 a 9). Così mentre in tutte le altre province toscane i nuovi Atc erano già pronti ed operativi nel mese di maggio di quest’anno, a Siena i commissari (scaduti il 30 giugno) avevano con propri atti prorogato l’erogazione dei servizi tecnici e amministrativi al 30 luglio.

«Situazione grottesca. Un caos difficile da gestire, seppur con tutta la collaborazione e buona volontà da parte degli agricoltori – dice Luca Marcucci, presidente Cia Siena -; quello che avevamo annunciato e denunciato si sta puntualmente verificando, le risorse che spettano alle aziende agricole dell’Atc 17 ancora non si vedono. La nuova ATC unica – aggiunge Marcucci – è già legalmente costituita, ma non può ancora prendere in carico i bilanci dei tre vecchi Atc perché sembrano slittare incontri fra i commissari. Auspichiamo che il ritardo del mancato dialogo fra Atc e Amministrazione provinciale non sia dovuto alla mancata approvazione dei bilanci. Agli agricoltori vengono dette delle date, che puntualmente non sono rispettate e siamo già alla metà agosto».

Intanto – sottolinea la Cia Siena – non ci sono più uffici degli Atc funzionanti al pubblico e con difficoltà vengono reperiti i tecnici faunistici utili per ogni tipo di programmazione faunistico-gestionale «e cosa ancora più grave – prosegue Marcucci -, anche i tecnici per il rilevamento dei danni sono in numero non sufficiente, quando in questi giorni è un continuo susseguirsi di arrivi di richiesta di accertamento di tali danni da parte di agricoltori, che porterà ad un disastro economico nel bilancio 2015 degli Atc in quanto non potendo assolvere all’obbligo dei 10 giorni di tempo che abbiamo per inviare un tecnico nell’azienda richiedente danni, dovremo accettare un’eventuale perizia privata che l’azienda può inviarci».

In attesa di scoprire a chi resterà il “cerino in mano”, c’è sconcerto da parte degli agricoltori senesi che devono fare i conti con un totale disservizio che porterà ad un aumento della presenza di ungulati con un conseguente aumento di danni «auspicando – conclude il presidente Cia Siena Marcucci – che non si ripetano episodi come quello dei giorni scorsi in Sicilia, dove un agricoltore è stato sbranato a morte da un gruppo di cinghiali. A quell’agricoltore e alla sua famiglia, va la solidarietà della Cia senese. Forse c’è ancora chi pensa che il problema ungulati non sia un vero e proprio allarme sociale come noi ripetiamo da troppi anni. Sarebbe l’ora di voler risolvere questa piaga una volta per tutte».

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