Quando ti trovi tra le mani una vecchia foto, la prima sensazione è sempre quella della nostalgia. Perché ognuno di noi, in cuor suo, sa benissimo che non tornerà mai. Come non torneranno Paolo Rossi, e i Mondiali del 1982. E nemmeno i sorpassi di Villeneuve, le punizioni di Platini, i duelli tra Gimondi e Merckx. E non torneranno Rivera e Mazzola, né Coppi né Bartali, e quelle loro fughe solitarie da dopoguerra che ad ascoltarle alla radio c’era un sacco di gente. Che ricordano i tanti “quando” dello sport che entrano a far parte della nostra vita e, in qualche modo, la colorano, la rendono speciale e talvolta indimenticabile. Fosse anche per lo spazio di un momento. Ma per non cancellarne il ricordo, Riccardo Lorenzetti ne ha raccolto le tracce nel suo ultimo libro “Il Paese più sportivo del mondo”, che sarà presentato sabato 27 ottobre alle ore 17.30 al Teatro Ciro Pinsuti. Tra gli interventi più attesi, quelli degli atleti Chiara Bazzoni e Marco Piochi oltre al sindaco Riccardo Agnoletti e all’assessore allo sport Vanessa Bastreghi. La moderazione sarà affidata a Fabrizio Camastra e le letture a Paolo Cappelli. A seguire, ore 18.30, lo spettacolo Il pallone che rotola con i Ricover.

I personaggi che si muovono all’interno di questi racconti sarebbero piaciuti a Stefano Benni, e anche a Giovanni Guareschi, l’autore che seppe raccontare tanti anni fa un “Mondo piccolo” popolato da pepponi, doncamilli e da tanta gente semplice e perbene. Quel mondo fatto da storie minime e da persone normali, dove per passare alla storia bastava un episodio particolare o anche solo una battuta ben riuscita. A volte persino una faccia. Tutta roba che poi veniva tramandata in qualche modo e finiva per arricchire le leggende di un paese, o di una comunità. Che si muovano nelle nebbie e nelle umidità della Bassa Padana o in un’immaginaria Toscana di provincia, i personaggi che troverete in questi racconti hanno il medesimo comune denominatore: raccontano storie. Storie che parlano di vita ma dove, all’orizzonte, si staglia lo scenario dei grandi eventi sportivi che a volte sanno caratterizzare meglio di tante altre cose i nostri momenti; dove c’è di mezzo un Mondiale di calcio vissuti davanti ad un maxischermo e i ricordi del Grande Torino. Una strania coppia di attaccanti e la leggenda di una lontana edizione dei Giochi della Gioventù. C’è l’immancabile parroco appassionato di calcio, ma anche Gino Bartali; e Michel Platini, eroe di quella Juventus che frantumò il proprio sogno nella notte dell’Heysel. Si parla di nostalgia, dunque. Ma parlando di sport, in questi racconti, si parla inevitabilmente di vittorie e di sconfitte, coniugate nei mille modi che si presentano nella vita di tutti i giorni. Se ne parla quel tanto che basta per capire che, alla fine, non si vince mai trionfalmente e non si perde mai rovinosamente.

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