«E’ grazie al sistema cooperativo che il settore caseario ed anche gli allevatori del nostro territorio hanno potuto sopravvivere nonostante una pesante crisi sul prezzo del latte. Mancando di questa forma associativa, la maggioranza degli allevatori sarebbero scomparsi». Lo sottolinea Pietro Putgioni, presidente del Caseificio Val d’Orcia con sede a Contignano (Radicofani) – aderente a Confcooperative Siena – che traccia un bilancio, positivo, del caseificio premiato come produttore del miglior pecorino d’Italia 1990
 
«In questa fase di estrema difficoltà per tutti i settore – aggiunge Putgioni – solo un’azienda in forma cooperativa può garantire una maggiore serenità e prospettiva futura per il comparto, in quanto cerca ci conservare un equilibrio di remunerazione pensando sia al caseificio che all’azienda del produttore di latte. Essendo particolarmente sensibili alla salvaguardia del territorio, e soprattutto alla salvezza delle famiglie e aziende collocate in questa zona povera del sud senese, vorremmo sensibilizzare maggiormente la politica affinché adotti una maggiore e particolare attenzione alle ricchezze che la zona può offrire. Occorrerebbe – prosegue il presidente del Caseificio – un contributo concreto che stimoli i pochi coraggiosi rimasti a non arrendersi e soprattutto a lavorare per far ritornare la nostra agricoltura e zootecnia un punto di forza, settori che fino a oggi hanno dimostrato di potersi autogestire contribuendo a dare ricchezza a molti comparti». 
 
Fra i punti di forza del Caseificio Val d’Orcia, quello di «aver sempre offerto qualità e serietà nei prodotti e nei servizi lasciando nel cuore dei clienti consumatori un ricordo positivo sul nostro lavoro quotidiano. Infatti – sottolinea il presidente Putgioni – non abbiamo mai trascurato e lasciato al caso alcuna attenzione che potesse valorizzare sempre di più i nostri prodotti». Fra gli investimenti fatti (2010) il nuovo impianto di congelamento a Gallina con impianto fotovoltaico per un investimento complessivo di circa 200mila di  euro.
 
Numeri – Oggi il Caseificio Val d’Orcia lavora 10milioni di litri di latte per un fatturato che per l’anno 2010 è stato di 14 milioni di euro (più 16,6% rispetto all’anno precedente) e produce 1 milione e mezzo di forme di pecorino (oltre alla ricotta), di cui circa la metà vanno a finire nel mercato toscano, mentre il restante 50% fra Nord Italia e in parte export (Germania e Usa in primis). Una produzione che copre praticamente tutta la Grande distribuzione organizzata che vale il 60% del mercato, mentre il restante 40% va nei negozi, ristoranti e grossisti. Oltre alla vendita diretta alla sede di Contignano il caseificio ha un punto vendita ad Acquapendente.
 
La cooperativa ha attualmente 63 soci iscritti, ma fra questi soci ci sono produttori a loro volta riuniti in società cooperative per circa 200 allevatori-conferitori in totale. Il caseificio offre inoltre lavoro a 40 persone fra fissi e stagionali; i dipendenti sono impegnati nell’amministrazione, produzione, magazzino e confezionamento.
 
Produzione – Il latte (500-600 quintali al giorno) viene stoccato in appositi tank refrigerati; per poi la mattina successiva essere trasformati in ottimo pecorino.  La conservazione, avviene in celle di stagionatura a temperatura controllata fino alla commercializzazione.
 
Storia- Il caseificio sociale Val d’Orcia è nato nel 1964, in forma cooperativa, ad opera del parroco di Contignano (Oscar Guasconi), che all’epoca ha cercato di confortare le famiglie di pastori che si sono trasferiti dalla Sardegna in questa parte di Toscana con i propri greggi, cercando di dare una collocazione e futuro alla loro attività.

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