«Senza braccata potremmo avere quest’anno oltre mille cinghiali in più nella sola provincia di Siena a far razzia nei campi dei nostri agricoltori e a mettere a repentaglio la sicurezza nelle strade del nostro territorio». E’ il grido d’allarme lanciato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena per voce del direttore Gianluca Cavicchioli dopo la sentenza del Tar della Toscana, su ricorso di Wwf, Lav e Lac, che ha sospeso la braccata al cinghiale in via cautelare fino al 17 settembre. «Basti pensare che nel 2018 sono stati abbattuti 1085 cinghiali in controllo (Art.37 legge obiettivo della Regione Toscana) con la forma della braccata secondo i dati forniti dall’Atc di Siena – prosegue Cavicchioli -, contenendo sì i danni da ungulati ma senza risolvere definitivamente il problema. Figuriamoci cosa potrà succedere nel 2019 senza poter usufruire di questa misura di contenimento. Chi ripagherà i danni ai nostri agricoltori? Chi si sentirà responsabile di mettere a repentaglio le nostre eccellenze enogastronomiche che sono motori di sviluppo economico e principale fonte di sostentamento di molte famiglie? – Chiede il direttore di Upa Siena -. Così facendo rischia di vanificare il lavoro di concertazione fatto tra associazioni agricole e quelle venatorie insieme agli enti preposti. Auspico che la Regione Toscana dia finalmente sostanza e operatività al comitato scientifico sul tema ungulati per uscire da questa empasse che grava come una spada di Damocle sulla testa degli agricoltori».

 

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