In Italia i centri che producono o detengono rifiuti radioattivi sono decine: installazioni nucleari (4 centrali e 4 impianti del ciclo del combustibile); centri di ricerca nucleare; centri di gestione di rifiuti industriali; centri del Servizio Integrato.

Per volume e livello di radioattività dei rifiuti prodotti, i principali centri sono i siti nucleari in fase di smantellamento. Significativi, per la loro numerosità sul territorio nazionale, sono i centri di medicina nucleare, fra cui gli ospedali. Queste strutture trattengono la maggior parte dei rifiuti radioattivi che producono fino al loro completo decadimento, per poi smaltirli come rifiuti convenzionali.

La restante parte viene conferita agli operatori del Servizio integrato, il sistema di raccolta e gestione dei rifiuti radioattivi sanitari e industriali, che provvedono al loro stoccaggio nei propri depositi temporanei in attesa, previo trattamento e condizionamento, del conferimento al Deposito Nazionale.

In sintesi, le principali strutture in cui si producono o si stoccano rifiuti radioattivi sul territorio nazionale e che conferiranno questi rifiuti al Deposito Nazionale sono 4 centrali in decommissioning (Sogin), 4 impianti del ciclo del combustibile in decommissioning (Enea/Sogin), 1 reattore di ricerca CCR ISPRA-1 (Sogin); e ancora 7 centri di ricerca nucleare (ENEA Casaccia, CCR Ispra, Deposito Avogadro, LivaNova, CESNEF -Centro Energia e Studi Nucleari Enrico Fermi- Università di Pavia, Università di Palermo), 3 centri del Servizio Integrato in esercizio (Nucleco, Campoverde, Protex), 1 centro del Servizio Integrato non più attivo (Cemerad).

Quanti rifiuti nelle installazioni nucleari Sogin?

In Italia sono state in esercizio, fino alla fine degli anni ’80, otto siti nucleari. Si tratta delle quattro centrali nucleari di Trino (Vercelli), Caorso (Piacenza), Latina e Garigliano (Caserta); dell’impianto Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (Alessandria) e dei tre impianti di ricerca sul ciclo del combustibile di Saluggia (Vercelli), Casaccia (Roma) e Rotondella (Matera). Queste installazioni, insieme al reattore ISPRA-1 situato nel complesso del Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea di Ispra (Varese), sono state affidate a Sogin che ne cura il decommissioning (smantellamento).

Il decomissioning

Il decommissioning costituisce l’ultima fase del ciclo di vita di un impianto nucleare. È l’insieme delle operazioni di mantenimento in sicurezza dell’impianto; allontanamento del combustibile nucleare esaurito; decontaminazione e smantellamento delle installazioni nucleari; gestione e messa in sicurezza dei rifiuti, in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale. Sogin gestisce circa 15.000 metri cubi di rifiuti radioattivi, distribuiti come riportato di seguito (Fonte: Bilancio di Sostenibilità Gruppo Sogin – 2019).

Quanti rifiuti nelle strutture Nucleco?

Nucleco è l’operatore nazionale qualificato per la raccolta, il trattamento, il condizionamento e lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti e delle sorgenti radioattive provenienti dalle attività di medicina nucleare e di ricerca scientifica e tecnologica. Nei depositi temporanei di Casaccia (Roma) sono presenti e gestiti da Nucleco circa 8.400 metri cubi di rifiuti radioattivi (Fonte: Bilancio di Sostenibilità Gruppo Sogin – 2019)

 

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