«La Commissione paritetica istituita dal Consiglio regionale della Toscana per avanzare la proposta di riordino delle Province è priva di ogni potere riconosciuto dalla legge e non può in alcun modo sovrapporsi al ruolo di discussione e proposta di cui è titolare il Consiglio delle autonomie locali». Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto rompe il silenzio e senza usare mezzi termini, in una lettera indirizzata al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e a quello del Consiglio regionale Alberto Monaci, esprime tutto il suo disappunto per quella che secondo lui è una vera e propria sovrapposizione di poteri e competenze.

L’affondo L’oggetto del contendere le ultime novità introdotte con la conversione del decreto legge sulla «spending review», in particolare per ciò che riguarda il riordino delle province. «Vi ricordo – scrive il presidente grossetano agli organi regionali – che l’articolo 17 del decreto prevede esplicitamente e incontestabilmente che il Consiglio delle autonomie locali (Cal) sia l’unica istanza legittimata ad avanzare alla Regione Toscana la proposta di riordino tenendo conto dei criteri di massima fissati dal Governo». Al presidente maremmano, evidentemente, non va proprio giù che la spending review possa diventare un meccanismo per diminuire ulteriormente quella partecipazione dal basso invocata a più riprese dalla politica ma che poi finisce quasi inesorabilmente per rimanere sempre schiacciata. «In considerazione di ciò – si legge ancora nella nota – vi comunico formalmente che mi attiverò quanto prima possibile perché il Consiglio delle autonomie locali si riunisca per avviare la discussione che porterà alla formulazione della proposta di riordino delle Province da inoltrare alla Regione Toscana». Come a dire. Ognuno resti al suo posto senza fughe in avanti.

Presidenti delle Province contro Rossi In effetti Marras non è il solo presidente di Provincia che prende posizione contro la Regione Toscana e il suo governatore. Sicuramente è il primo che lo ha fatto in modo formale e con una proposta alternativa. Quantomeno rivendicando un ruolo. Prima di lui era stato Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena a dire che la Regione Toscana aveva «perso l'occasione per essere una delle protagoniste della riorganizzazione istituzionale, senza riuscire a ritagliarsi un ruolo di interlocutore con il governo, con i comuni e le province» (leggi). Un intervento che aveva però lasciato ampio margine di replica ad Enrico Rossi che aveva rispedito le accuse al mittente con un laconico «i presidenti avanzino proposte convincenti», definendosi poi «amareggiato dagli attacchi personali» (leggi). Oggi l’affondo di Marras. «Mi attiverò quanto prima possibile perché il Consiglio delle autonomie locali si riunisca per avviare la discussione che porterà alla formulazione della proposta di riordino delle Province. I Consiglio comunali e quello provinciale di Grosseto discuteranno e formalizzeranno una propria proposta di contributo che avrà come stella polare la garanzia della continuità e dell’accessibilità dei servizi a cittadini e imprese, la rappresentanza politica e istituzionale dei territori. Il decentramento più completo delle funzioni amministrative e di governo». 

L'esempio delle Comunità Montane E a chi, dalla Regione, fa notare che in tema di riordino è riproponibile l’esperienza della legge regionale 68 del 2011 che ha portato alla trasformazione delle Comunità Montane in Unioni dei Comuni Marras è categorico «un accostamento del tutto improprio da un punto di vista giuridico e amministrativo non rilevando alcunché rispetto al procedimento in corso che dovrà portare alla formulazione della proposta di riordino. La commissione paritetica, del resto, deve occuparsi di molti aspetti che la legge 68 ha introdotto in merito al riparto di competenze e al funzionamento degli ambiti ottimali per lo svolgimento di funzioni associate  tali che ogni distrazione potrebbe ritardarne ulteriormente risultati ed efficacia».

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