Il deposito di Calenzano a fuoco
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CALENZANO – Oggi Calenzano (Firenze) si fermerà per ricordare le vittime della strage avvenuta al deposito Eni a seguito di un’esplosione.

Sarà inaugurato un memoriale e poi seguirà una cerimonia al Palazzetto dello sport con famiglie e soccorritori.

Il 9 dicembre 2024, poco dopo le 10 del mattino, una serie di esplosioni devastò il deposito carburanti Eni di via Erbosa, facendo inizialmente pensare a una scossa di terremoto. Invece, pochi giorni dopo, la procura di Prato, competente anche per Calenzano e guidata da Luca Tescaroli, avviò un’indagine per omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni personali e omissione delle tutele antinfortunistiche. A marzo furono notificati avvisi di garanzia a otto dirigenti Eni e a due responsabili della ditta appaltatrice impegnata in lavori di manutenzione nel deposito quel giorno. Anche la società madre è stata incriminata per responsabilità amministrativa.

L’inchiesta ha ricostruito un quadro drammatico. Sotto le pensiline di carico si svolgevano contemporaneamente operazioni di manutenzione e la normale attività di caricamento delle autobotti, un pericolo noto eppure ignorato per motivi economici. La Procura stima che fermare le pompe dalle 9 alle 15 avrebbe comportato una perdita di circa 255 mila euro.
Le indagini hanno proseguito anche con accertamenti ambientali. Negli ultimi mesi alcuni dirigenti Eni sono stati indagati per scarichi illeciti di acque reflue nel fosso Tomerello, privi di autorizzazioni ambientali. La Procura ha effettuato un incidente probatorio esteso e perquisizioni con il coinvolgimento di Asl, Vigili del fuoco e carabinieri, alla ricerca di documenti che chiariscano ulteriormente le responsabilità.

Parallelamente, si è aperto un capitolo di rinascita per l’area. A ottobre la Procura di Prato ha disposto il dissequestro del deposito Eni, accogliendo la richiesta di conversione dello stabilimento da deposito di carburante a polo per energie rinnovabili. Il progetto, sostenuto da Eni e concordato con le istituzioni locali, prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico da 20 megawatt e la destinazione del 5% dei ricavi alla comunità locale.

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