Ieri si è sfiorato il ridicolo, oggi è arrivata una prima boccata d’ossigeno. L’udienza preliminare per la strage di Viareggio, infatti, si è chiusa con un rinvio per poter esaminare le richieste di costituzione di parte civile (oltre 100). Cinque le posizioni stralciate per difetto di notifica. Oggi, invece,   il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi in qualità di commissario straordinario per interventi urgenti e la ricostruzione dopo il disastro del 29 giugno 2009, ha firmato l'ordinanza con la quale autorizza il Comune di Viareggio a procedere al pagamento di contributi per 101 feriti gravi in seguito all'esplosione del carro cisterna carico di gas propano liquido.

I risarcimenti ai feriti Le domande presentate per accedere al sostegno finanziario dopo l’incidente che provocò la morte di 32 persone, sono state 127, ma solo 101 sono state accolte: si tratta di un gruppo di 93 persone, che otterrà un contributo di 14.751,17 euro a testa e di un gruppo di 8 persone che percepirà 5.000 euro in più (cioè 19.751,17) poiché secondo le loro dichiarazioni Isee si trovano in stato di necessità. Del totale dei beneficiari fanno parte 4 cittadini nati all'estero e 9 minorenni, il più piccolo dei quali ha da poco compiuto 6 anni.

Il processo La procura, intanto, sembra aver imboccato la strada più moderna ma meno rodata, e ha trovato subito un inciampo. Ieri a Lucca l'udienza preliminare per la strage di Viareggio ha rischiato di aprirsi e subito chiudersi. La colpa è di alcune notifiche inviate via mail dai Pm e chissà se ricevute dai difensori. L'intoppo ha irritato i familiari delle vittime, che già erano a dir poco arrabbiati perché il Comune di Viareggio non ha partecipato al minicorteo con cui sono arrivati all'aula d'udienza. In testa lo striscione: «Viareggio 29.6.2009. Niente sarà più come prima».

Gli imputati per la strage Gli imputati sono 32: l'ad di Ferrovie Mauro Moretti, funzionari e vertici delle altre società del gruppo Fs, della proprietaria del convoglio, la Gatx, delle ditte di revisioni Cima e Jugenthal. Nessuno di loro ha partecipato all'udienza. I reati sono disastro ferroviario colposo, incendio colposo, omicidio e lesioni colpose plurime. L'udienza si è aperta con lo stralcio delle posizioni di Rfi, Trenitalia, Fs Logistica, della ditta di revisioni Cima e del suo titolare. Motivo: l'avviso chiusura indagini notificato via mail, che alcuni difensori sostengono di non aver ricevuto. L'inghippo starebbe nel tipo di posta elettronica: le eccezioni sono state sollevate da quegli avvocati che, non avendo ancora quella certificata, hanno ricevuto mail ordinarie. Una mossa che ha infastidito il procuratore Aldo Cicala, «Gli avvocati erano d'accordo, sono stati loro a fornirci gli indirizzi», e che non è piaciuta ai familiari delle vittime: «Le mail sono arrivate, ma questo è il loro gioco». Lo stralcio, comunque, non dovrebbe comportare grossi ritardi: oggi sono partite le nuove notifiche e tutte le posizioni dovrebbero essere riunite all'udienza del 22 maggio.

Il procedimento prosegue Intanto il procedimento va avanti: il 2 aprile prossimo appuntamento davanti al gup. Per l'occasione, vista la mole di imputati, parti offese, avvocati e consulenti, l'aula di tribunale e' stata allestita al polo fieristico. Era già successo per l'incidente probatorio sull'asse che si spezzò provocando il deragliamento del treno. Stesso scenario, stessa scenografia: i familiari delle vittime hanno appeso ai cancelli e steso per terra striscioni con le foto dei morti – con su scritto «ucciso» -, con i disegni della strage fatti dai bambini e con le richieste di dimissioni di Moretti. Le richieste di costituzione di parte civile sono state un centinaio, fra familiari delle vittime ed enti: fra questi ultimi anche la presidenze del Consiglio e la Cgil, nella persona del segretario Susanna Camusso, oltre alla Regione Toscana, alla Provincia di Lucca e al Comune di Viareggio. Lo scontro fra accusa e difesa si concentrerà sulle responsabilità per la rottura dell'asse, che da tempo era fratturato e sulle cause dello squarcio nella cisterna. Su questo secondo aspetto c'è battaglia: per i periti del gip, come per i consulenti di Fs, a provocarlo fu l'impatto con un componente indispensabile dello scambio. Per la procura fu lo scontro con un picchetto usato per la segnaletica, la cui pericolosità sarebbe stata sottovalutata da Fs. «Questa strage poteva essere evitata – ha commentato il ferroviere Riccardo Antonini, dell'associazione 29 giugno – sarebbe bastato adottare accorgimenti di sicurezza dettati dal buon senso e dalla normativa».
 

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