I rapporti fra Siena e Panama proseguono ai più alti livelli. Si è conclusa la visita nella città del Palio dell’Ambasciatore italiano a Panama, Massimo Ambrosetti. Una visita che ha avuto il carattere della discrezione e al tempo stesso dell’operatività.

Abbiamo avuto il piacere di fare una lunga chiacchierata con l’ambasciatore all’Accademia dei Rozzi, inserendoci in un’agenda fitta di incontri con l’Amministrazione comunale, il direttore dell’Accademia Chigiana, il presidente della Fondazione, i rettori delle due Università e la visita alla Rocca Salimbeni.

Eccellenza, facciamo il punto sui rapporti fra Siena e Panama

Sono stati firmati accordi importanti per scambi di studenti fra l’Università degli Studi di Siena e la Universidad de Panamà. Questo accordo, già valido dal 29 di agosto 2019, ha raggiunto la piena ratificazione l’11 dicembre 2019. Si apre così la strada a programmi internazionali di scambi di studenti e docenti, alle specializzazioni, a tutte le possibilità di alta formazione. Fra l’altro i contatti che si sono stabiliti riguardano anche altre istituzioni panamensi, fra le quali Lo Smithsonian Institute e il Liceo Enrico Fermi. Quest’ultimo può attivare uno scambio di studenti in età scolare. Nel mese di febbraio saranno in visita a Siena, per due giorni, il direttore e gli studenti del Liceo panamense, con l’auspicio che si apra la strada a uno scambio reciproco annuale di studenti con gli Istituti superiori senesi e si attivino stage esteri. Inoltre l’Università per Stranieri di Siena, data la sua specificità e il suo prestigio, sarà l’Ente certificatore per le competenze linguistiche in italiano, che ora sono richieste anche per concedere la cittadinanza italiana. Mi fa piacere dire che tutto questo si deve all’attivismo di un senese a Panama, Alberto Botarelli, che ha messo in piedi le premesse di questi accordi, creando la felice condizione di dover sostenere e far sviluppare importanti relazioni e una serie di occasioni che devono assolutamente essere colte.

A Panama c’è una comunità di oltre 12.000 italiani, perfettamente integrati. Lei già in passato ha parlato di un Paese che “guarda all’Italia con considerazione, con simpatia e con interesse per il futuro”, in una “sfida che passa anche per la cultura”.

C’è una grande attrattiva rispetto all’Italia e all’italiano. Da parte mia, sento come prioritari la responsabilità e lo stimolo della promozione culturale del mio Paese in una realtà come quella panamense che viaggia velocemente verso lo sviluppo, che ha una storia antica e che costituisce uno snodo importantissimo in America latina. Panama è un Paese relativamente piccolo, ma secondo me gli investimenti sulla cultura che sono stati avviati rappresentano una grande opportunità, con un effetto moltiplicatore di influenza nel sistema Italia. L’Italia si è inserita positivamente, nel giro di pochi mesi, in una importante rete di collaborazione fra istituzioni culturali, promuovendo eventi molto apprezzati, come il bel concerto tenuto a Panama, nel mese di novembre, da due cantanti allievi della Chigiana. Da parte mia assicuro un impegno convinto e concreto nella direzione della promozione e degli scambi culturali, anche cercando di fare le opportune sollecitazioni per offrire delle borse di studio per mandare studenti a Siena.

Perché Siena?

Perché Siena è un campus diffuso; perché Siena ha il privilegio di avere un territorio con molte eccellenze, in grado di costituire il paradigma dell’Italia e di proiettare l’identità italiana nel mondo; perché Siena è uno scrigno di bellezze che introduce alle tante bellezze dell’Italia. Tra l’altro, rispetto agli Stati Uniti che sono stati fino ad ora il punto di riferimento per la formazione all’estero, ha costi più accessibili. C’è molto da fare per far conoscere la ricchezza e le eccellenze di Siena e del suo territorio, anche se si stanno aprendo alcuni spiragli significativi: per esempio, i giornalisti che si occupano della cultura del cibo e del vino stanno aggiungendo Siena ai loro focus di interesse. Siena è un territorio di eccellenza italiano, i suoi prodotti hanno un mercato piccolo, ma maturo che permette, per esempio, di ampliare la cultura del gusto del vino inserendo una distribuzione di grande qualità. L’Italia è da sempre il Paese del bello, della cultura e del gusto ma, in un mondo dove tutto è oggetto di comunicazione, noi siamo poco mediatizzati. È necessario fare una buona comunicazione per far conoscere le nostre eccellenze e la nostra specificità, che sono il frutto di una cultura del fare stratificata nel tempo. Lo si può fare partendo proprio da Siena e dal suo incomparabile territorio, di grande unicità e ricchezza, con tradizioni secolari e vive”.

L’Ambasciatore si è mostrato sensibile anche verso le Contrade e il Palio, riconoscendone unicità e autenticità: ha visitato il museo della Nobil Contrada dell’Oca, ha ricordato la sua prima presenza a una Carriera e ha asserito che “chiunque, almeno una volta nella vita, dovrebbe vedere dal vivo il Palio di Siena”.

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