Stabile ma grave dal punto di vista neurologico. Il secondo giorno di Alex Zanardi nella terapia intensiva dell’ospedale di Siena è trascorso tra angoscia e speranza. Angoscia per le condizioni del campione che da venerdì pomeriggio lotta tra la vita e la morte dopo l’incidente che lo ha visto volare in aria dalla sella della sua handbike e schiantarsi con la testa contro la staffa di un camion in transito; speranza perché i medici del policlinico senese, dopo le preoccupazioni dei primi istanti, hanno aperto a qualche flebile speranza. E l’Italia tutta si appende in queste ore con tutto il calore che può trasmettere alla sua faniglia alle parole dei bollettini che, nel corso delle giornate, sono andati piano piano diradando. “Le condizioni continuano ad essere stabili dal punto di vista ventilatorio e i parametri metabolici sono stabili – ha detto il professor Sabino Scolletta, direttore del reparto di terapia intensiva – Quindi il quadro clinico generale è tutto sommato buono ma c’è la gravità del quadro neurologico che andrà valutato nella prossima settimana”. Un quadro che come più volte i medici hanno ripetuto in questi giorni preoccupa seriamente per le conseguenze che potrà avere sulle funzioni cerebrali di Zanardi. Conseguenze che potrebbero estendersi anche alla vista perché qualche lesione oculare potrebbe essere già presente e dovrà essere valutata, anche questa, nei prossimi giorni. Già perché la priorità adesso è quella di salvargli la vita. Al resto i medici penseranno in un secondo momento. “Dire di essere ottimista o non ottimista non serve a niente. Serve solamente curarlo” ha ribadito il neurochirurgo Giuseppe Oliveri che lo ha operato. “Zanardi – ha aggiunto è un malato che vale la pena di curare, ne sono assolutamente convinto. Poi la prognosi su come sarà domani, fra una settimana, fra 15 giorni non lo so. Il quadro neurologico in questo momento non lo valutiamo. E’ una cosa che vedremo a distanza, quando si sveglierà, se si sveglia”. “Comunque – ha glissato –  io sono fiducioso”. Per tutta la giornata la moglie Daniela non ha mollato per un attimo il suo Alex decisa a voler superare insieme a suo marito questa ennesima prova del destino. Una vicenda, quella dell’incidente, tutta ancora da chiarire, quantomeno sulla parte delle eventuali responsabilità in capo all’organizzazione del servizio di scorta degli atleti che stavano effettuando la staffetta voluta proprio dal team di Zanardi, Obiettivo3.  “Non abbiamo mai ricevuto comunicazione ufficiale di eventi o manifestazioni sportive sul nostro territorio” ha detto il sindaco di Pienza, Manolo Garosi, territorio nel quale è avvenuto l’incidente. “Ci era stato comunicato – ha detto il primo cittadino che è stato ascoltato dai carabinieri – solamente via Facebook che si sarebbe tenuto un saluto istituzionale in piazza. Ma poi ci hanno anche successivamente comunicato sempre tramite Fb l’annullamento di questo momento per motivi di ritardo sulla tabella di marcia della manifestazione”. Sono in corso comunque gli interrogatori degli organizzatori della staffetta Obiettivo tricolore. Gli interrogatori si sono svolti nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Siena. Ci sarà da ricostruire un punto su tutti, quello dei permessi per lo svolgimento dell’iniziativa, organizzata dalla società sportiva Obiettivo 3 di cui Zanardi è fondatore. Agli inquirenti toccherà di capire se per una staffetta di questo tipo che non è manifestazione sportiva servisse comunque un servizio di sicurezza tale da impedire eventuali punti di contatto con altri mezzi in transito. Al momento sul registro degli indagati c’è l’autista del camion. “Se lo è trovato quasi di fronte all’uscita della curva e meno male che è riuscito a dare una sterzata e a buttarsi verso il limitare della corsia. Così l’impatto è stato sul fianco altrimenti sarebbe stato un urto frontale con conseguenze ancora più deleterie” ha detto l’avvocato dell’uomo Massimiliano Arcioni che per la prima volta ha rotto il silenzio spiegando la versione dei fatti del suo assistito.  L’uomo si trova al momento a casa, in famiglia, ed è molto provato psicologicamente.

 

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