fascia-sindaco_11.jpg“No” alle fusioni se imposte dall’alto. E’ la decisione approvata all’unanimità dai Consigli comunali di Radicofani e Trequanda, in provincia di Siena. Altre due piccole realtà che si uniscono al coro di “no” che si è sollevato nelle ultime due settimane contro la proposta di legge Pd di fondere i Comuni al di sotto dei 5mila abitanti.

Trequanda: «Piccole comunità baluardo e vigilanza del territorio» «Per noi le piccole comunità rappresentano un baluardo e una vigilanza sul territorio, con importanti funzioni di polizia, oltreché di salvaguardia idrogeologica ed ambientale in genere» ha spiegato il sindaco di Trequanda Roberto Machetti. Come si legge nell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale «ogni legittima strada verrà perseguita al fine di evitare la chiusura del comune: l’Unione dei Comuni e l’associazione dei servizi è una di questa con l’obiettivo di mantenere ai cittadini tutti i servizi nel territorio e di ottenere nel breve-medio periodo anche ottimizzazione di costi e sinergie funzionalmente indispensabili per il territorio. Con un’Unione dei piccoli Comuni fortemente coesa e ben organizzata, altro valore importante che si svilupperà è la solidarietà tra comunità dello stesso genere che possano aiutarsi in ogni possibile momento di difficoltà».

Radicofani: «No ai privilegi per i Comuni che si fondono»  Un fermo “no” alle fusioni a freddo arriva anche da Radicofani dove il sindaco, la giunta e le forze politiche presenti in Consiglio comunale hanno voluto tenere alto il valore dell’autonomia comunale «messo in discussione dalle fusioni, rimandando i problemi di gestione dei piccoli enti locali a politiche sovracomunali attraverso convenzioni o all’interno delle Unioni dei Comuni, per la gestione associata di funzioni e servizi pubblici». Con queste premesse, il Consiglio comunale ha respinto, attraverso un ordine del giorno approvato all’unanimità «ogni iniziativa che, in tema di accesso alle risorse ed alle contribuzioni per gli enti locali, privilegi i Comuni che intraprendono percorsi di fusione rispetto a tutti gli altri, in quanto tali azioni si baserebbero su principi discriminatori tra gli enti, e arrecherebbero un danno ai cittadini di quei comuni che venissero penalizzati nella realizzazione di opere e progetti». L’invito del Comune di Radicofani, nei confronti della Regione Toscana, «è di supportare le iniziative intercomunali, abbandonando eventuali progetti di fusioni ‘imposte’, di fatto o per legge, a comuni che le rifiutino, ed a valorizzare ogni elemento di natura sociale, territoriale ed economica che caratterizza ogni singolo Comune, nonché a sostenere la rete dei piccoli comuni». Un altro appello va al Parlamento e al Governo «per un rapido iter approvativo» del disegno di legge per il sostegno e la valorizzazione dei Comuni con popolazione pari o inferiore a 5mila abitanti e dei territori montani e rurali, oltre alle deleghe al Governo per la riforma sull’amministrazione di queste aree e per la remunerazione dei servizi ambientali.

 

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