PRATO – Un detenuto di 58 anni, di origine romena, è stato scoperto privo di vita nella mattina di venerdì 18 luglio 2025 all’interno della sezione isolamento del carcere La Dogaia di Prato.
L’uomo era lì per una sanzione disciplinare. A dare notizia della tragedia è stata la Procura di Prato, che non esclude l’ipotesi di omicidio e ha aperto un’inchiesta sull’episodio.
«A seguito di sopralluogo effettuato – ha dichiarato il procuratore Luca Tescaroli – è stato disposto l’esame autoptico da parte del medico legale e si stanno esaminando le riprese delle telecamere interne dell’impianto di videosorveglianza, al fine di individuare la causa della morte».
Al momento non si esclude nessuna pista: sebbene non si possa escludere un malore, la situazione di grande tensione interna e il ruolo attivo del detenuto nelle recenti rivolte spingono i magistrati a condurre verifiche minuziose su quanto accaduto la notte precedente.
Il contesto: tensione e violenza all’interno della struttura
Il detenuto deceduto, che aveva una fine pena prevista per il febbraio 2026, possedeva una lunga serie di precedenti per reati quali violenza sessuale, maltrattamenti, calunnia, minacce e lesioni personali. Solo poche settimane fa aveva partecipato da protagonista alla rivolta del 5 luglio scorso, risultando anche in possesso di armi rudimentali. Nella cella dove è stato ritrovato il corpo, le forze dell’ordine non hanno rinvenuto strumenti idonei al suicidio, come corde o lacci, rendendo così più complesso il quadro degli accertamenti.
Lo stato del carcere e l’allarme della Procura
La scomparsa del 58enne mette ancora una volta in luce le criticità profonde del carcere pratese. Secondo quanto riferito dagli inquirenti: All’interno della struttura viene denunciato un diffuso clima di violenza tra detenuti, che investe anche la sezione isolamento; i magistrati sottolineano la facilità di movimento dei reclusi, motivo di ulteriore preoccupazione sul mantenimento dell’ordine.
Inoltre, nonostante le numerose inchieste giudiziarie e vari sequestri, l’introduzione di stupefacenti e di telefoni cellulari nelle celle continua senza sosta. Nella serata precedente al ritrovamento, sono stati sequestrati 5 grammi di hashish suddivisi in dieci dosi in una delle camere di sicurezza. Dal 1° luglio 2024 a oggi, secondo la Procura, sono stati già sequestrati 44 telefoni, e altri risultano comunque in mano ai detenuti.
Iscriviti al nuovo canale WhatsApp di agenziaimpress.it
CLICCA QUI
Per continuare a rimanere sempre aggiornato sui fatti della Toscana
Iscriviti al nostro canale e invita