SIENA – Mediobanca respinge l’offerta pubblica di scambio avanzata da Mps, giudicandola “priva di razionale industriale” e “finanziariamente svantaggiosa per gli azionisti”.
Il gruppo guidato dall’amministratore Delegato Alberto Nagel sottolinea come l’operazione, oltre a mancare di un piano industriale coerente, ostacoli la strategia di trasformazione di Mediobanca in un leader nel Wealth Management, in collaborazione con Banca Generali, con l’obiettivo di consolidarsi come punto di riferimento finanziario in Italia e in Europa.
Durante una conference call con la stampa, Nagel ha evidenziato come l’offerta di Mps non preveda alcun premio sul valore di mercato di Mediobanca, contrariamente alle normali operazioni di mercato che tipicamente prevedono premi medi intorno al 30%, e anche superiori, come testimoniano le ultime acquisizioni italiane con premi medi del 40%. Questo implica, secondo Mediobanca, una valutazione finanziaria poco conveniente per gli azionisti del gruppo.
Nonostante l’incertezza legata all’OPS, Mediobanca ha registrato risultati record nel proprio esercizio 2024/25, con performance eccezionali in tutti i settori di business. Il Wealth Management, settore chiave nella strategia di crescita della banca, ha mantenuto una robusta capacità di raccolta, trainata da attività a basso assorbimento di capitale. Nagel ha sottolineato come il gruppo abbia ottenuto il miglior risultato della sua storia, con un risultato operativo in crescita e un solido controllo dei costi, nonché una tenuta del margine di interesse e una forte crescita delle commissioni.
Il gruppo ha però riscontrato alcune fuoriuscite di banker nel segmento Private Wealth Management, stante l’incertezza generata dall’offerta MPS, con una perdita di circa 1,5 miliardi di masse gestite, parzialmente compensate da efficaci iniziative di retention della clientela e da un solido inserimento di nuovi professionisti nel segmento Premier.
Il cda di Mediobanca ha inoltre sottolineato nel proprio documento ufficiale che l’operazione Mps non presenta sinergie significative in termini di costi, non essendo presenti sovrapposizioni nella rete distributiva dei due gruppi, e rischia di provocare una perdita di clientela nelle aree di eccellenza come Wealth Management e Investment Banking, dove sono fondamentali indipendenza e reputazione.
Mediobanca, per rendere più efficace la propria controffensiva, potrebbe anticipare di quasi un mese l’assemblea degli azionisti, portandola al 21 agosto (ora è prevista il 15 settembre). Ovvero qualche giorno dopo la fine dell’istruttoria su Banca Generali.