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FIRENZE – Mais, sorgo, ceci e girasoli, altre colture primaverili ed ortaggi, ma anche l’uva – utile per dissetarsi – sono sotto attacco di piccioni, colombacci e tortore. Serve inserire il colombaccio nella preapertura della caccia per limitare i danni.

L’allarme arriva da Cia Agricoltori Italiani Toscana Centro, preoccupata per le numerose segnalazioni giunte dagli agricoltori della zona Empolese: “Ma il fenomeno riguarda gran parte della Toscana – precisa Sandro Orlandini, presidente Cia Toscana Centro -. Per questo chiediamo a gran voce che il colombaccio in particolare (oltre al piccione) venga inserito fra le specie cacciabili già dalla preapertura del primo settembre, e non aspettare l’apertura della caccia del 15 settembre, per difendere i raccolti due settimane in più”.

Ettari di produzioni già compromessi e a forte rischio per la massiccia presenza, in sovrannumero, di queste specie volatili. Quando uno stormo di piccioni o colombacci prende di mira un terreno coltivato, se ne vanno in fumo circa 12 chilogrammi di granelle al giorno, considerando che un uccello del genere mangia 30-40 grammi di granella per 200-300 capi che contemporaneamente si riversano su un solo campo coltivato. Così dalla semina alla raccolta si arriva a danni fino al 60-80% delle granelle, e addirittura al 30-40% del raccolto compromesso, fino ad una distruzione completa della coltura con l’arrivo dei cinghiali. Il periodo è dilatato: nel caso dei girasoli si va da fine fioritura di fine luglio, alla raccolta. Inoltre, è presa di mira anche l’uva che va verso la maturazione, una soluzione ‘comoda’ per colombacci, tortore e piccioni per abbeverarsi nei giorni estivi più siccitosi, quando l’acqua nei fontoni e laghetti scarseggia.

E’ aumentata notevolmente la presenza di colombacci che per natura era selvaggina migratoria, quindi transitavano da ottobre a dicembre – evidenzia Cia Toscana Centro -. Oggi sono aumentate di molto le popolazioni stanziali che sono presenti sul territorio tutto l’anno, cibandosi delle colture primaverili, in particolare quando la caccia è chiusa.

L’azione di controllo svolta da Polizia Provinciale, guardie volontarie e cacciatori – che vanno ringraziati per l’attività – non è però sufficiente. Il colombaccio non è stato inserito dalla Regione Toscana nell’elenco delle specie previste dal Piano straordinario per la gestione e contenimento della fauna selvatica (delibera n 54 del 27/01/2025), “per questo – ribadisce Orlandini – chiediamo una revisione del Piano Straordinario con l’inserimento del colombaccio e che venga messo nelle specie cacciabili nei giorni di preapertura della stagione venatoria”.