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VOLTERRA – Chi è il vero mostro? E dove si specchiano le nostre paure, se non proprio là, dove possiamo distruggerle?

L’artista Cristiano Sabelli in un momento storico difficile, dove l’umanità sembra ormai persa, richiama il valore trasformativo dell’arte attingendo al mito della Medusa – lo stesso Jung considera il mito lo strumento attraverso il quale entrare in contatto con la propria anima, lo stimolo e il desiderio insito in ogni individuo di decifrare la propria interiorità – e scolpisce La Medusa “Non guardare ciò che vedi ma il suo riflesso” un’opera in alabastro e
ossidiana, in esposizione dalle 18.30 di sabato 6 settembre 2025 presso la Saletta del Giudice Conciliatore in Palazzo dei Priori a Volterra.

Nell’opera di Sabelli, che si ispira al dipinto “Scudo con testa di Medusa” realizzato da Caravaggio intorno al 1598, il mostro è stato sconfitto, Medusa decollata e la sua immagine riflessa per l’eternità sullo scudo/specchio/pupilla in alabastro, pietra associata alla purezza, bellezza e alla protezione. Ma solo in apparenza è una sconfitta, perché con essa è finito per Medusa anche il martirio e la condanna che la costringeva a una vita di solitudine ed esilio. Da morta finalmente diventa madre e generatrice di positività, da questo momento tutto ciò che guarderà e chi sarà toccato dalla sua influenza verrà trasformato e protetto dagli influssi negativi.

Il significato psicologico del mito di Medusa è rilevante per il riconoscimento di ciò che neghiamo di noi stessi, ma soprattutto per il potere trasformativo che tale aspetto presenta dentro ogni vita.

Nell’opera il potere apotropaico della testa di Medusa è incarnato dalla superficie lucida di uno specchio d’ossidiana, che funge da potente armatura: è una Pietra che come Medusa ha potere protettivo e trasformativo. Essa potrà aiutare la persona che si specchia a superare paure, blocchi e traumi, farà riemergere idee e immagini dal profondo. Seguendo una chiave di lettura rovesciata, lo specchio d’ossidiana simula le superfici degli apparecchi elettronici, quelli sì, veri incantatori e pietrificatori delle coscienze.
L’artista invita i visitatori a specchiarsi nel disco gorgonico e a provare a sconfiggere i propri mostri.