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SIENA – La Procura di Milano ha avviato un’indagine su un’operazione da 13,5 miliardi di euro che ha portato Mps a conquistare il controllo di Mediobanca tra gennaio e ottobre 2025.

Come ricostruito dal Corriere della Sera, tra gli indagati figurano l’imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Luxottica e della holding lussemburghese Delfin s.a.r.l. Francesco Milleri e il banchiere Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Mps.

Secondo gli inquirenti, i tre avrebbero concordato un’offerta pubblica di scambio (Ops) non dichiarata al mercato e alle autorità di vigilanza, in violazione delle normative. L’Ops ha ricevuto un’adesione del 62% in Borsa e ha permesso a Mps, allora primo azionista il governo, di acquisire il controllo di Mediobanca, che a sua volta detiene una partecipazione rilevante nel gruppo Generali, dove Caltagirone e Delfin vantano quote significative.

Il pool guidato dal procuratore aggiunto Roberto Pellicano ha esteso l’indagine anche al gruppo Caltagirone e alla holding Delfin come persone giuridiche, applicando la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi dai vertici nell’interesse aziendale.

L’accusa principale riguarda il mancato rispetto degli obblighi di trasparenza: l’accordo è stato celato ai controllori di Consob, Banca Centrale Europea e Ivass. Inoltre, il coordinamento degli acquisti di azioni – sia di Mps, cedute dal Ministero del Tesoro a fine 2024, sia di Mediobanca – avrebbe superato il limite del 25% del capitale sociale dell’istituto senza lanciare la prevista offerta pubblica di acquisto (Opa), come previsto dalla normativa vigente.

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