«Possiamo escludere la possibilità che a Rapolano Terme venga chiuso l’approvvigionamento idrico per scarsità di risorsa o per impossibilità di trattamento delle acque. Il tutto al netto degli interventi di manutenzione straordinaria, sempre programmati, ed in caso di emergenze eccezionali. Insieme al gestore Acquedotto del Fiora abbiamo intrapreso una strada di stretta collaborazione e vigilanza che ha dato importanti frutti». Con queste parole l’assessore all’ambiente del Comune di Rapolano Terme Simone Ceccherini ha presentato l’ultimazione dei lavori e l’arrivo di un impianto di ultrafiltrazione,  testato nei mesi invernali con dei buoni risultati, e che diventerà definitivo entro la fine dell’estate.
Un risultato importante se si pensa che il territorio rapolanese non contiene al suo interno bacini naturale di acqua potabile e si approvvigiona dai pozzi dei Quercioni e dalla diga del Calcione dove insistono due impianti tecnologici per la produzione di acqua potabile. «La situazione relativa all’approvvigionamento della risorsa idrica a Rapolano Terme aveva sempre rappresentato un problema storico e legato alla peculiarità del territorio che ci circonda – prosegue Ceccherini -. I nostri impianti sono diventati modelli di efficienza e risparmio. Con questi lavori di Acquedotto del Fiora riusciamo a soddisfare sia il fabbisogno idrico della popolazione che a rispettare gli standard imposti dalla Carta dei Servizi. Un approvvigionamento stabile e di buona qualità che ci permette di far fronte non solo alla stagione estiva ma anche alle straordinarie esigenze dovute alla massiccia presenza turistica nel weekend: in quelle circostanze, si stima che il fabbisogno quotidiano dei due stabilimenti termali da soli equivale a quello giornaliero della popolazione di Serre di Rapolano».
L’impianto di ultrafiltrazione permette di abbattere la torbidità della diga del Calcione che si verifica in presenza di piogge, aumentando il periodo di utilizzo del bacino, e di soddisfare le esigenze della popolazione. Inoltre, la campagna di ricerca perdite e di sostituzione delle reti, per cui sono stati dedicati più di 600mila euro negli ultimi quattro anni, su un investimento complessivo di oltre 2 milioni nello stesso periodo, ha permesso un notevole risparmio di risorsa, con perdite ormai sotto il 20%. «La situazione del nostro comune è sempre delicata – conclude l’assessore all’ambiente -, ricordo sempre che dipendiamo da due impianti tecnologici che non trattano l’acqua ma la producono, in virtù delle caratteristiche termali che la stessa presenta». In attesa della soluzione proveniente da Montedoglio con la realizzazione dell’Autostrada dell’acqua, l’Amministrazione comunale si è mossa per trovare una soluzione stabile, non un tampone, che per il dimensionamento della nostra comunità è al momento sufficiente. La sfida di domani è quella che ci vedrà impegnati a trovare soluzioni che possano garantire anche lo sviluppo sostenibile di questa comunità».
«A Rapolano la risorsa è ancora più preziosa che in altre parti del territorio – aggiunge il direttore operazioni di Acquedotto del Fiora, Lorenzo Pirritano -, al punto che lo sforzo complessivo sull’efficientamento di sistema e sulla riduzione delle perdite è spesso portato dall’Azienda come esempio nei riguardi di altri Gestori».

Articolo precedenteImmigrati, in Emilia e Liguria le migliori condizioni di lavoro. La Toscana perde il primato
Articolo successivoNordic Walking, a Livorno nasce il primo parco cittadino della Toscana