agriturismo.jpgLa Toscana è la terra dell’agriturismo, lo dice l’ultimo rapporto Istat sul settore, presentato stamani ad Arezzo nella tredicesima edizione di AgrieTour, il salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale. In Italia l’agriturismo cresce del 2,1%, confermandosi un settore in perfetta salute dove più di una struttura su tre è gestita da donne. Il quadro Italia è positivo: bene al Nord, molto bene al Centro, in leggero calo al Sud. La Toscana, con 4.108 strutture, si conferma la regione nella quale l’agriturismo è più radicato.

Cresce il settore, +2,1% Nonostante crisi e recessione, l’agriturismo in Italia continua a crescere. Nel 2013 il numero delle aziende ha raggiunto quota 20.897, 423 in più rispetto al 2012. Di queste 7.628 offrono contemporaneamente alloggio e ristorazione, mentre 10.184 sono quelle che uniscono all’alloggio le altre attività agrituristiche. Il quadro presentato dal Professor Mario Adua dell’Istat ha evidenziato come le aziende agrituristiche aumentino soprattutto al Nord con un +6,1% e meno al Centro con +1,1% mentre sono in calo al Sud, -2,1%. Sempre dai dati Istat emerge che il 42,1% degli agriturismi con alloggio, il 46,9% di quelli con ristorazione e il 43,8% di quelli con degustazione è localizzato al Nord mentre il 41,9% delle aziende con altre attività è situato al Centro. 

In Toscana l’agriturismo è rosa Il quadro dipinto dall’istituto di statistica ha lievi tinte rosa, dal momento che soltanto poco più di una azienda agrituristica su tre è a conduzione femminile, ma il dato è comunque positivo vista la costante crescita. Le donne guidano 7.436 strutture, +2,4% rispetto al 2012, con una crescita più consistente al Nord, +6,3%, più contenuta al Centro, +1,7% e addirittura in calo al Sud, -3,1%. La concentrazione maggiore di agriturismi in rosa si ha in Toscana, 1.675 aziende pari al 40,8% del dato regionale e il 22,54% del totale nazione degli agriturismi gestiti da donne. Seguono Umbria con il 46% e la Lombardia con il 36,8%, mentre il valore più basso si conferma quello dell’Alto Adige, soltanto il 12,9% del totale. 

Dieci anni di costante crescita: + 60,5% L’agriturismo si conferma una realtà tipicamente italiana, diversa dal turismo rurale degli altri Paesi europei. Negli ultimi dieci anni il comparto è cresciuto del 60,5%, da 13.019 a 20.897; crescono le strutture che offrono alloggio del 58,8%, da 10.767 a 17.102; mentre gli agriristori da 6.193 a 10.514, +69,8%. Crescono i posti letto, +94mila, quelli a sedere, +158mila, e crescono anche le strutture che portano avanti anche altre attività, dalla degustazione, alla fattoria didattica, allo sport.

Da oggi sugli agriturismi splende il sole Dopo anni di richieste da parte del turismo internazionale, e a trent’anni dalla prima legge, del 1985, arriva oggi la prima classificazione agrituristica delle strutture unificata a livello nazionale. Ci sarà d’ora in poi un solo marchio istituzionale unitario che sarà fondamentale per fare ordine nel settore. Da turisti e operatori il marchio è fortemente voluto, e percepito come garanzia di una attività seria, meritevole di un riconoscimento. La definizione dei criteri omogenei di classificazione delle aziende agrituristiche è il risultato della collaborazione all’interno dell’Osservatorio nazionale dell’agriturismo, del Comitato Nazionale Consultivo dell’Agriturismo con il ministero delle Politiche agricole, le Regioni e le associazioni agrituristiche. «Il metodo è stato elaborato tenendo conto delle attuali tendenze della domanda del mercato agrituristico in ambito nazionale ed estero», commenta Carlo Hausmann, responsabile tecnico di AgrieTour. «La metodologia è costituita da una griglia di valutazione di parametri omogenei delle aziende agrituristiche, che tengono conto del livello di comfort della struttura ricettiva, della qualità del contesto ambientale, delle caratteristiche dell’azienda e dei servizi che è in grado di offrire, in termini di valorizzazione dei prodotti tipici locali, del paesaggio e dei territori. Vuole garantire un’identità ed un valore ufficiale all’agriturismo nazionale e deve essere considerata come uno strumento in continua evoluzione, in quanto soggetta, dopo l’iniziale applicazione, agli eventuali adeguamenti che il settore richiederà». Come per le altre strutture ricettive le categorie di classificazione sono cinque. Si va da 1 sole per l’azienda che offre soltanto le attrezzature e i servizi minimi previsti dalla legge in condizioni di necessaria igiene e funzionalità, fino ai 5 soli categoria dell’eccellenza paesaggistica e di servizio dell’azienda. Appuntamento al primo gennaio 2015, giorno in cui il portale del Ministero delle Politiche Agricole metterà insieme per la prima volta le oltre 20mila strutture italiane sotto un’unica valutazione nel sito www.agriturismoitalia.gov.it “agriturismo italia – vivi la terra delle emozioni”.

La radice del successo è tutta toscana L’agriturismo nacque in Toscana nei primi anni ’70 , quando un gruppo di pionieri ebbe la geniale idea di progettare una nuova forma di ospitalità fondata sulle radici della tradizione agricola italiana, desiderando valorizzare il territorio, il paesaggio, il lavoro, i valori del mondo rurale. Una strada che gli agriturismi stanno percorrendo bene e di corsa.

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