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PISA – Dall’Università di Pisa nasce un sistema di sicurezza intelligente che può davvero prevenire incidenti gravi sul lavoro.

Si chiama AISAFETY, ed è una piattaforma che unisce sensori commerciali, telecamere e Intelligenza Artificiale per monitorare macchine e operatori, individuare situazioni a rischio e bloccare tutto prima che succeda il peggio.

Il cuore del progetto è la fusione dei dati: radiofrequenza per sapere dove si muovono persone e oggetti, visione artificiale per capire cosa sta accadendo attorno alla macchina, e una gestione IA che incrocia queste informazioni, le interpreta e assegna un livello di pericolo.

Se c’è un’anomalia – errore, distrazione o manomissione – il sistema interviene in meno di un secondo: ferma robot e tornio, manda notifiche sullo smartphone dell’operatore e mette l’impianto in sicurezza. Tutto senza cambiare le macchine esistenti, perché i sensori si montano anche su impianti già in uso.

“Con AISAFETY – spiega Paolo Nepa, docente di Ingegneria all’Università di Pisa – vogliamo creare un sistema che riduca incidenti e tragedie sul lavoro. Alcuni episodi avvengono perché qualcuno manomette un meccanismo di sicurezza o ignora una procedura. Con un sistema di questo tipo, gli incidenti non dovrebbero più accadere”.

Il progetto è maturo ma non ancora un prodotto: è stato testato in scenari molto simili al reale ma non ancora in un ambiente industriale puro. Ci sono stati falsi allarmi o mancate segnalazioni, ma la reattività è già sotto il secondo e la direzione è chiara.

Il team che di AISAFETY ha anche avuto un occhio di riguardo sui prezzi. Sensori da qualche migliaio di euro e software variabile in base alle esigenze delle aziende: “un investimento sostenibile per chiunque voglia davvero puntare sulla sicurezza” sottolinea Roberto Gabbrielli, coordinatore del progetto. “La chiave è la volontà delle aziende: se ci credono, questo sistema può diventare una soluzione commerciale robusta”.

Il lavoro non è nato dal nulla: due anni e mezzo di ricerca, un finanziamento da 7-800 mila euro coperto al 60% da INAIL e una squadra con Università di Pisa, Università di Perugia e CNR. Il risultato è un primo passo verso una sicurezza industriale che non si limita a segnalare, ma “reagisce, decide e protegge”.

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