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FIRENZE – Firenze si stringe intorno a una nuova tragedia nel carcere di Sollicciano, dove una giovane detenuta di origini rumene, 26 anni, si è tolta la vita impiccandosi ai pilastrini del balconcino della propria cella.

Nonostante l’immediato intervento delle poliziotte penitenziarie e degli operatori sanitari, per la giovane non c’è stato nulla da fare. La donna sarebbe stata scarcerata fra circa un anno.

La 26enne, di nome Elena, era giunta in Italia da giovanissima dalla Romania e aveva vissuto l’adolescenza in comunità. Prima di essere detenuta, viveva in strada e si trovava in condizioni di grande fragilità sociale. Circa un anno fa era stata arrestata per un’aggressione a un anziano, avvenuta nel centro di Firenze.

Il dramma di Sollicciano
L’ennesimo suicidio arriva dopo un fine settimana particolarmente turbolento nel carcere fiorentino. Sabato un incendio appiccato da alcune detenute nella sezione femminile ha provocato l’intossicazione di quattro recluse e quattro agenti di polizia penitenziaria, che sono stati trasportati in ospedale in codice verde.

Antonio Mautone, segretario generale territoriale della Uil Pa Polizia Penitenziaria di Firenze, commenta con amarezza questa nuova tragedia in un istituto “in stato di totale abbandono da troppo tempo”. A Sollicciano, infatti, i detenuti sono oltre 560 in spazi pensati per poco più di 350, con una carenza grave di personale, meno di 400 agenti invece di oltre 600 necessari, e senza un direttore titolare da mesi. La struttura, costruita negli anni Ottanta, versa in condizioni fatiscenti, con problemi di sovraffollamento, mancanza di rieducazione e degrado.

Il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, sottolinea quanto la situazione sia insostenibile e rappresenti un rischio non solo per i detenuti, ma anche per il personale. Nel 2025 si contano già 60 suicidi nelle carceri italiane, un dato drammatico che evidenzia il fallimento delle politiche carcerarie attuali.