riccardo sora
Riccardo Sora

Non c’è pace per Banca Etruria. Giovedì sera, accolta da comprensibili imbarazzi, è arrivata la notizia che il commissario Riccardo Sora è tra i 26 ex amministratori della Carim (Cassa di Risparmio di Rimini) che hanno ricevuto dalla Guardia di Finanza di Rimini l’avviso di conclusione di indagini preliminari. Tra le ipotesi di reato più gravi contestate dalla Procura agli indagati anche l’associazione per delinquere finalizzata al falso in bilancio. Per Sora, invece, che insieme a Piernicola Carollo era commissario in Carim nel 2010 per mandato della Banca d’Italia, viene ipotizzato il reato di indebita restituzione di conferimenti con riferimento al bilancio 2009 e alla prima semestrale 2010. Secondo la procura di Rimini, il commissariamento avvenuto nell’ottobre 2010 non avrebbe impedito alla Carim di continuare ad acquistare azioni proprie secondo modalità non ritenute corrette che perciò configurerebbero il reato di indebita restituzione di conferimenti in concorso.

sede banca etruria
La sede di Banca Etruria ad Arezzo

Via libera a 210 prepensionamenti su base volontaria e incentivata Un’altra vicenda spinosa legata al risanamento della Popolare di Arezzo riguarda gli esuberi e il riassetto in generale delle sedi e del personale: l’accordo, raggiunto qualche giorno prima del defenestramento dal cda presieduto da Lorenzo Rosi, è stato riconosciuto valido dai commissari. L’intesa prevede 210 prepensionamenti su base volontaria e incentivata, un taglio dei costi di governance del 50% e una riduzione fino al 15% degli stipendi degli alti dirigenti.

Le preoccupazioni dei sindacati La Fiba Cisl sembra molto attiva anche a livello nazionale.  Nell’audizione di ieri davanti alle Commissioni Finanze e Attività produttive della Camera, Sergio Girgenti della Fiba Cisl ha detto: «Siamo fortemente preoccupati per l’impatto sociale che la riforma avrà. L’obbligo alla trasformazione in Spa delle principali popolari, entro 18 mesi, provocherebbe una grave situazione soprattutto in riferimento all’occupazione del settore credito: le fusioni che saranno avviate porteranno ad almeno 20.000 esuberi in Italia. Abbiamo richiamato coloro che hanno responsabilità politiche a valutare con senso di responsabilità le conseguenze sociali di tale manovra.  Il settore e le parti sociali in questi anni hanno gestito gli esuberi del settore, circa 30.000, col Fondo di categoria e i contratti di solidarietà, senza oneri per lo Stato. Dopo di che siamo tutti d’accordo che il sistema creditizio vada riformato, che occorre un nuovo modo di fare banca, attento al territorio e all’economia reale. Ma perché sopprimere 150 di storia?» Anche Assopopolari, per bocca del presidente Ettore Caselli è stata in audizione alla Camera. Nell’occasione Caselli   ha detto che «la trasformazione in Spa dovrebbe essere accompagnata da accorgimenti finalizzati a mantenere nel tempo il carattere di public company indipendente. La trasformazione in Spa andrebbe prevista non quale obbligo cogente ed ineludibile, ma solo quale sanzione, per le Popolari che non completino un percorso evolutivo finalizzato a riconoscere al voto capitario un ruolo non esclusivo ed al voto proporzionale un ruolo non marginale». Sono resistenze di posizione o riflessioni che potrebbero contribuire a ricreare il dialogo interrotto? La questione è complessa e delicata, gli attori in scena si stanno muovendo senza alcuna regia. Il risultato è pessimo, ma siamo solo al primo atto.

 

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