SIENA – Per lo stabilimento Beko di viale Toselli si aprono le porte di una riconversione a Parco industriale con la possibilità di ‘incubare’ diverse realtà industriali interessate ad investire a Siena.
Si fa dunque spazio l’ipotesi dello ‘spezzatino’, un’idea che in un recente confronto elettorale in vista delle elezioni regionali, il Presidente della Toscana Eugenio Giani aveva categoricamente escluso sostenendo che, per il sito di Siena, la soluzione ideale sarebbe stata quella dell’investitore e partener industriale unico.
A parlare di quella che a questo punto appare molto più di un’ipotesi il Ministro del Made in Italy Adolfo Urso in visita questa mattina allo stabilimento dove, accompagnato dai sindacati, dal sindaco di Siena Nicoletta Fabio, dal sottosegretario Fausta Bergamotto e dall’onorevole Francesco Michelotti, ha potuto incontrare i lavoratori e rendersi conto direttamente degli spazi a disposizione.
“Siamo qui come promesso ai sindacati, ai lavoratori, ovviamente anche all’azienda e alle autorità locali con cui abbiamo collaborato al meglio in una logica di sistema per raggiungere un obiettivo che è particolarmente significativo, emblematico. Io mi auguro che diventi un modello di reindustrializzazione che tuteli, come sempre abbiamo fatto in questi tre anni, in ogni dossier, anche nel più difficile, gli stabilimenti, la produzione industriale e certamente prima di tutto i lavoratori. Il caso di Beko, che era uno dei più difficili un anno fa, sembrava quasi impossibile, è emblematico di un uso accorto, responsabile, intelligente della Golden Power che ha tutelato stabilimenti e lavoratori, a differenza di quando è accaduto in altri paesi europei” ha detto il Ministro.
“E’ anche un esempio e un modello di confronto, di collaborazione tra ministero, azienda, autorità locali, Comune di Siena, la Regione, sindacati, per raggiungere insieme lo stesso obiettivo e ci siamo riusciti e per me è un orgoglio e un onore sapere che l’accordo che abbiamo sottoscritto dopo mesi di confronto, anche serrato, sia stato suffragato dal consenso dei lavoratori a scrutinio segreto con una percentuale dell’88%, il che vuol dire che hanno compreso loro per primi che abbiamo fatto tutto il possibile per tutelarli. Ora dovete passare alla seconda fase. Siamo in vantaggio sul primo tempo, ma dobbiamo chiudere la partita in fretta e nel migliore dei modi” ha aggiunto Urso.
“Ieri Invitale ha acquisito lo stabilimento con una condizione necessaria e indispensabile e lo ha fatto su nostra indicazione e con il supporto determinante del Comune, che poi entrerà in partnership con Invitalia, prima di quanto molti immaginassero, perché noi vogliamo procedere con celerità. I tempi nelle opere di reindustrializzazione sono fondamentali ed è per questo che Invitalia vuole prendere subito il possesso dello stabilimento per passare alla seconda fase, che è già iniziata.
Innanzitutto ci possono essere quelle modifiche anche urbanistiche, che dovessero essere necessarie per rendere più competitivo, produttivo, sostenibile anche sul piano ambientale e certamente su quello energetico” ha detto ancora il ministro ipotizzando uno scenario della durata di un anno per completare anche la seconda fase, quella della reindustrializzazione.
“Quest’area industriale così significativa nel centro una città così importante come Siena e della Toscana, così da invogliare ulteriormente gli investitori ad allocarsi in quest’area, che è un’area più grande di quanto io me stesso mi aspettassi, soprattutto pensando al fatto che ormai siamo nel centro cittadino, molto ben collegata, pensiamo alla linea ferroviaria che passa qui accanto e potrebbe tornare ad essere un asset significativo di questo sviluppo. E’ un’area molto ampia in cui è possibile che si collocano diverse aziende, cioè un vero e proprio parco industriale e produttivo e quindi dare una soluzione di lavoro finalmente stabile, perché non dimentichiamoci che in questo stabilimento veniva utilizzata la cassa integrazione ormai da oltre 20 anni e non si può vivere o convivere per decenni con la cassa integrazione, quindi nella precarietà”.
“Qui – ha concluso il Ministro Urso – potrebbero trovare posto più attività produttive ovviamente tra loro compatibili così che la somma complessiva sia maggiore sia per quanto riguarda la produzione. Noi dobbiamo restare anzi rafforzare la nostra posizione di seconda potenza industriale europea, l’Italia è una potenza industriale e Siena rappresenta l’esempio e il modello di quello che è il sistema economico italiano, industria che deve preservare, rafforzare e rilanciare anche nella transizione energetica, agricoltura di qualità e turismo”.