«Abbiamo appena chiesto al Ministro Passera di aiutare le piccole imprese che ogni giorno devono fronteggiare la crisi nerissima di questi tempi e riceviamo la richiesta del pagamento del canone Rai». Commenta così, Fabio Banti, presidente di Confartigianato Imprese Pisa e Toscana, la richiesta da parte della Rai del pagamento del canone ad aziende e imprese presumendo” che abbiano negli uffici un televisore da cui poter guardare i programmi dell’azienda pubblica (leggi).

Tassa sulle tecnologie «Una sorta di tassa sulle tecnologie – prosegue Banti -. Mi sembra davvero che la misura sia colma, per questo in ogni provincia della Toscana stiamo raccogliendo le firme per sostenere una campagna di massiccia protesta. In questi giorni le aziende stanno infatti ricevendo da parte della Rai la richiesta di pagamento del canone speciale Rai, dovuto da imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici, enti pubblici non economici ed enti privati in virtù di un Regio decreto del 1938. La regia disposizione, ripresa dal decreto Salva Italia di Monti, è stata infatti interpretata dalla Rai al fine di obbligare al pagamento del canone tutte le imprese che detengono dispositivi video destinati agli usi più disparati, inclusi monitor per il pc, videofonini, videoregistratori, Ipad e, tanto per gradire, anche sistemi di videosorveglianza. E l’obbligo, naturalmente, scatta anche se questi apparecchi non sono utilizzati per la ricezione di programmi radiotelevisivi visto che si tratta di un’imposta sul possesso dell’apparecchio. Per questo, tale invito al pagamento stia arrivando a tutte le aziende che usano il computer anche per la semplice gestione di contabilità. In questo momento di gravi difficoltà per i nostri imprenditori – conclude Banti – abbiamo bisogno di tutto tranne che di un altro onere così pesante ed ingiustificato»

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