FIRENZE – Un protocollo per ricollocare gli oltre 30 lavoratori del cementificio Testi del gruppo Buzzi Unicem, rimasti senza impiego dopo la chiusura dell’impianto, e lavoratrici e lavoratori che hanno perso il proprio lavoro, nei territori del Chianti Fiorentino, fino ad arrivare alla stipula di un Patto per il lavoro nel bacino territoriale.

L’intesa ‘Accordo per il lavoro, lo sviluppo, l’occupazione, la formazione e l’ambiente del Chianti’, è stata siglata da Regione, Arti, i Comuni di San Casciano, Barberino Tavarnelle, Greve in Chianti, Impruneta, Bagno a Ripoli, Cgil-Cisl-Uil Chianti, Fillea Cgil-Filca Cisl-Feneal Uil, Camera di Commercio, ChiantiForm e le associazioni datoriali. Ad annunciarlo i sindacati in una nota. «La mobilitazione dei lavoratori del cementificio Testi ha permesso di arrivare a un accordo sindacale per gestire i loro diritti nella chiusura dell’impianto e di mantenere vivo l’obiettivo di reindustrializzare l’area, senza che restino solo le macerie. Questa vertenza, quella della Gkn ma anche molte altre – soprattutto con lo sblocco dei licenziamenti – dicono che occorre intervenire a livello legislativo per evitare che le multinazionali e i grandi gruppi speculino sui territori, magari prendendo fette di mercato per poi lasciare solo rovine sociali e ambientali – spiegano Cgil-Cisl-Uil Chianti e Fillea Cgil-Filca Cisl-Feneal Uil -. Con questo accordo nel Chianti stiamo andando in questa direzione, e ci auguriamo che questa intesa possa essere un modello esportabile, ma occorre – oltre a una riforma degli ammortizzatori sociali – una politica industriale che vincoli le imprese che arrivano da fuori a una responsabilità sociale verso il territorio e i lavoratori, come da Costituzione».

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