E’ iniziata questa mattina a Grosseto l’udienza per l’incidente probatorio sulla scatola nera della Costa Concordia naufragata all’Isola del Giglio il 13 gennaio scorso (vedi nostra photogallery e video). L’udienza si svolge, per ragioni di capienza, al teatro Moderno, il traffico cittadino è stato rivoluzionato. A presidere il giudice per le indagini preliminari, Valeria Montesarchio. In aula gli avvocati e i consulenti delle parti, alcuni naufraghi e, con circa venti minuti di anticipo passando da un ingresso secondario, anche il comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, indagato insieme ad altre 9 persone tra componenti dell'equipaggio e responsabili dell'unità di crisi della Costa. Fuori dal teatro un vastissimo numero di telecamere e giornalisti dall’Italia e dall’estero non curanti anche del maltempo.

Il capo di accusa Gli indagati dovranno rispondere alle accuse contenute nella perizia in 50 punti redatta dal collegio di periti nominato dal gip di Grosseto. L'ormai ex comandante della Concordia, accusato di omicidio plurimo colposo, abbandono della nave e disastro ambientale, ha ottenuto la revoca dei domiciliari il 5 luglio scorso, e deve osservare l'obbligo di dimora, nella sua casa di Meta di Sorrento (Napoli). Grazie a un accordo, ha ottenuto di poter essere nel capoluogo maremmano. «Voglio essere in aula, voglio metterci la faccia», ha annunciato nei giorni scorsi, ma «anche la competenza». Come stabilito dalle norme, in aula non potrà parlare ma solo ascoltare. Però, potrà interloquire con il difensore e con i consulenti, facendo le sue osservazioni via via che procederà l'udienza.

I tempi previsti L'udienza potrebbe durare dai 3 ai 6 giorni. Sono stati fissati dal gip tre giorni sicuri: oggi la parola spetterà ai periti della Procura, domani saranno sentiti altri esperti, mentre mercoledì 17 sarà il turno dei carabinieri del Ris, per l'esame delle registrazioni audio. A quel punto, poi, potranno prendere la parola gli avvocati di parte civile, che in tutto sono 126, e i loro consulenti, che sono 50. La discussione intorno alle risposte date dai periti sulle 50 domande affidate dal gip potrà dunque impegnare le parti in causa per un'intera settimana.

Gli altri indagati La procura, in questi mesi, ha raccolto numerose testimonianze dei passeggeri. Attesi in aula anche altri indagati: il vice di Schettino, Ciro Ambrosio, l'ufficiale Silvia Coronica, i tre membri dell'unità di crisi della Costa Crociere, Roberto Ferrarini, Manfred Ursprungere Paolo Parodi. L'esito dell'incidente probatorio potrebbe dare anche nuovo impulso all'inchiesta, sebbene l'intenzione della Procura del capoluogo maremmano sia quella di chiudere tutto entro fine anno, se possibile. Si dovranno esaminare sia le posizioni del comandante e dei suoi ufficiali, sia quelle dell'unità di crisi della Costa, per appurare i rispettivi comportamenti (manovra, abbandono della nave) e per verificare se l'allarme sia stato dato nei tempi dovuti.

Verità lapalissiana e fame di giustizia Dalla perizia dei periti del gip «emerge una verità che è stata lapalissiana fin dal primo momento: questa immane tragedia deriva da una sciagurata concatenazione di omissioni e sottovalutazioni». Lo ha detto l'avvocato Alessandro Maria Lecci che assiste il Comune dell'isola del Giglio. «Oggi è una fase importante del processo che delineerà definitivamente le responsabilità penali – ha aggiunto l’avvocato Lecci -, è un'operazione lunga e complessa ma la gente dell'Isola del Giglio che rappresento vuole capire come mai si è verificata questa tragedia e ci sono state così tante sofferenze». «C'è in noi fame di giustizia, per il rispetto che portiamo alle vittime e ai familiari». Lo ha detto il sindaco dell'isola del Giglio, Sergio Ortelli che stasera sarà ospite in studio a Porta a Porta da Bruno Vespa.

Compagnia non ancora indagata «Abbiamo querelato la Compagnia Costa ma, ad oggi, la Procura di Grosseto non ha ancora iscritto nel registro degli indagati la Compagnia. Sarebbe stata un'operazione dovuta ma ancora non abbiamo visto niente». Lo ha detto l'avvocato Michelina Soriano, legale di 7 naufraghi di Bologna rimasti feriti durante il naufragio della Costa Concordia all'Isola del Giglio. «I miei assistiti non hanno accettato il risarcimento – ha proseguito il legale -. Ho avanzato una richiesta diversa ma Costa Crociere ancora non ha nemmeno risposto».

La voce dei naufraghi «Mi ricordo che eravamo a cena, una lunga attesa estenuante per scendere. Ho avuto un senso di abbandono da parte di tutti. Mi ricordo anche però tre giovani dell'equipaggio che con un'ascia hanno rotto la corda della scialuppa per permetterci di salire. Schettino? Rimango stupito dalla linea che ha condotto in questi mesi. Troppo spavaldo, mi aspettavo che fosse più sobrio». Lo ha detto Luciano Castro, naufrago che quella sera del 13 gennaio riuscì ad imbarcarsi su una scialuppa pochi minuti prima dell'inclinazione della nave, a pochi metri da Punta Gabbianara, all'Isola del Giglio. «Non siamo morti soltanto per fortuna – dicono Ernesto Carusotti e la moglie Paola Falconi, due naufraghi di Roma che oggi sono arrivati al Teatro Moderno prima dell'inizio dell'udienza – Schettino ha le sue colpe, questo è indubbio, non doveva cambiare rotta. Ma anche quello che è successo dopo ha dell'incredibile».
 
Una strana stretta di mano Uno dei passeggeri scampati al naufragio della Costa Concordia ha voluto stringere la mano all'ex comandante Francesco Schettino, in aula stamane. Durante l'udienza, un uomo che quella sera era sul transatlantico, si è alzato, si è avvicinato a Schettino e i due si sono stretti la mano, scambiando alcune parole. Poi, l'uomo è tornato al suo posto.
 
Udienza sospesa su eccezione di Schettino Intorno alle 12 l’udienza è stata sospesa e il Gip Valeria Montesarchio si è recata in camera di consiglio per decidere su alcune eccezioni proposte da Francesco Schettino, tramite il suo difensore Bruno Leporatti. Schettino ha fatto chiedere al suo legale di estendere l'incidente probatorio sulla nave Costa Concordia al timoniere che, secondo la maxiperizia, non comprese un suo ordine di virata mentre veniva eseguito l'inchino davanti all'Isola del Giglio. Il timoniere, un indonesiano, è il prossimo indagato dell'inchiesta, ma la sua posizione si è chiarita dopo l'avvio dell'incidente probatorio nei mesi scorsi. Sempre la difesa di Schettino ha lamentato l'impossibilità di effettuare sopralluoghi sulla nave Concordia considerando che i luoghi sono stati modificati per l'operazione di rimozione del relitto. L'avvocato Leporatti ha sottolineato che in questo modo può utilizzare per la difesa di Schettino solo gli elementi di prova prodotti dall'indagine della Procura di Grosseto, che però ora sono irripetibili proprio a causa dei lavori per portare via il relitto. Al momento l'udienza è sospesa da oltre un'ora.

Riprende l'udienza Intorno alle 14 riprende l'udienza in aula dopo che il Gip Valeria Montesarchio ha respinto l'eccezione presentata dalla difesa di Schettino

Dieci giorni per la stabilizzazione della nave Proseguono giorno e notte i lavori del Consorzio di imprese Titan Micoperi per la rimozione del relitto della Costa Concordia naufragata davanti all'Isola del Giglio. Circa 400 gli addetti, tecnici e sommozzatori che operano nel cantiere con circa 20 mezzi navali a supporto. Entro dieci giorni sarà completata la prima fase dei lavori con la stabilizzazione della nave, prevista inizialmente il 31 agosto e poi slittata, mentre, lato mare (offshore), sono già iniziati i lavori di perforazione del fondale, per permettere il successivo posizionamento delle piattaforme sottomarine che sosteranno il relitto dopo la fase di rotazione. Nel mese di luglio era già stato completato il progetto ingegneristico definitivo, che ha consentito di procedere agli ordinativi per la produzione di tutti gli elementi e le strutture necessarie. In 7 cantieri italiani sono infatti in fase avanzata di costruzione i 30 cassoni di galleggiamento e i 6 basamenti sottomarini (piattaforme) che saranno consegnati gradualmente, a partire da fine ottobre in attesa di essere posizionati e installati. Il riassetto verticale e il rigalleggiamento della Concordia dovrebbero avvenire entro la tarda primavera del 2013, con uno sforzo congiunto da parte di tutti i soggetti coinvolti per salvaguardare la prossima stagione estiva del Giglio. Non e' invece ancora stato definito il porto italiano nel quale sara' portato il relitto.

I timori di Legambiente e la risposta del Ministro Clini «Lo spettacolo mediatico creato intorno all'udienza di Schettino finisce per mettere in secondo piano i lavori di messa in sicurezza della nave che sono già slittati di due mesi rispetto alla prima scadenza del 31 agosto». Secondo l'associazione ambientalista Legambiente i riflettori devono essere tenuti «ben accesi sui problemi riscontrati anche dalla Protezione civile sul fondale sottostante la Concordia e sui ritardi della messa in sicurezza che si sono accumulati rispetto al programma previsto». Da Roma è intervenuto il Ministro dell'ambiente Corrado Clini: «Abbiamo un po' di ritardo ma stiamo andando avanti. Noi comunque continuiamo a sorvegliare. E' la prima volta al mondo che si effettua un'operazione del genere e che le problematiche sono semplicemente legate alla complessità delle operazioni».

Operaio cade e sbatte la testa durante i lavori alla nave In tema di rimozione della Costa Concordia va anche evidenziato un fatto di cronaca avvenuto questo pomeriggio all'Isola del Giglio. Un operaio della Castalia, ditta che opera nella rimozione dei rifiuti sui fondali, è caduto mentre si trovava a bordo dell'imbarcazione Green Salina e ha battuto la testa contro un gancio. L'uomo è stato ricoverato per un trauma cranico ma le sue condizioni, secondo la Asl, non sono gravi. Al momento dell'incidente, l'operaio era fuori servizio, secondo quanto riferito, e la Green Salina si trovava in rada a Giglio Campese per il maltempo. Sul posto è intervenuto il 118 che ha deciso di ricoverare l'operaio in via precauzionale. 

Perizia supplementare su gestione emergenza da parte di Costa e il Codacons lamenta carenze gravi nel processo I periti del Gip hanno depositato durante l'udienza in corso una perizia supplementare sulla gestione dell'emergenza fatta dall'Unità di crisi di Costa Crociere Spa. Secondo quanto appreso la nuova perizia è tutta dedicata a questo aspetto dell'inchiesta e si aggiunge a quella sulla scatola nera per la quale, intanto, il Codacons chiede un'integrazione. L'avvocato Giuseppe Ursini, legale rappresentante pro-tempore dell'associazione ha ravvisato nella perizia «carenze estremamente gravi ed inaccettabili: ovvero la mancanza di qualsivoglia indagine e risposta in ordine alle ragioni che hanno causato la morte di 32 persone e alla possibilità che ciò si potesse evitare, la mancata acquisizione, nonostante le ripetute istanze presentate dai consulenti di parte e ripetutamente ignorate dalla Procura e dal collegio peritale, dei tabulati relativi al traffico telematico in ingresso e in uscita dalla nave, dall'unità di crisi e dalla centrale operativa di Costa Crociere nonchè dalle ditte incaricate». L'avvocato chiede spiegazioni della «mancata verifica del generatore diesel d'emergenza, la mancata sottovalutazione dei dati emersi con riferimento alle porte stagne e la mancata effettuazione di verifiche con sistemi di simulazione adeguati per accertare se la dinamica degli sbandamenti registrati dalla nave sia compatibile con il corretto funzionamento degli impianti. Lacune – conclude il Codacons – che se dovessero permanere, condurrebbero al mancato pieno accertamento della verità e della mancata verifica delle responsabilità della compagnia di navigazione. Abbandoneremo il processo se la giustizia continuerà con questo diniego».

Svelato il giallo della stretta di mano tra Schettino e naufrago «Speriamo che la verità sia accertata presto», ha detto un naufrago al comandante della Costa Concordia quando stamani in aula aspettavano l'inizio dell'udienza. «Sì, la verità deve essere appurata», ha risposto Schettino al naufrago, Luciano Castro, che si era imbarcato a Civitavecchia la sera del disastro e che diventa il primo dei superstiti incontrati direttamente da Schettino in 9 mesi dalla tragedia. Il superstite è andato a salutare Schettino sul palco del Teatro Moderno, nella parte riservata agli indagati. «Il comandante Schettino si è alzato in piedi e mi ha stretto la mano in maniera cordiale, anche se in evidente imbarazzo», ha raccontato Luciano Castro che è anche autore del libro "Concordiagate". «Sono 9 mesi che ragiono sul disastro e tante volte mi sono chiesto chi fosse veramente Francesco Schettino – ha proseguito il sopravvissuto – ho voluto quindi guardarlo in faccia da vicino. Mi sono avvicinato al banco dove era seduto e gli ho detto: Comandante, io ero a bordo della Concordia, quella sera. Schettino si è alzato in piedi gli ho stretto la mano. Era imbarazzato, a disagio, era sulla difensiva non se lo aspettava. Gli ho spiegato che mi ero imbarcato a Civitavecchia, lui ha annuito. Quando poi gli ho detto «speriamo sia presto accertata la verita», gli è scappata un'unica frase: «Sì, la verità deve essere appurata». Stamani Francesco Schettino ha avuto modo di parlare anche con altri superstiti fra cui due tedeschi che hanno partecipato all'udienza.

Il Legale di Costa, richieste Schettino «eccessive» Cosa pensa delle richieste di risarcimento avanzate dall'ex comandante Schettino? «Penso che siano eccessive». Cosi' l'avvocato della Costa Crociere, Marco De Luca ha risposto ai cronisti al termine dell'incidente probatorio a Grosseto. De Luca ha poi ribadito che, secondo la società, il comandante Schettino non e' stato tempestivo nelle comunicazioni con l'unità di crisi subito dopo l'incidente. E sempre sull'Unità di crisi e sulle conclusione aggiuntive presentate in merito dai periti del gip l'avvocato De Luca ha detto: «novità importanti. Le nuove conclusioni – afferma De Luca – dicono chiaramente che l'unità di crisi non ha avuto la possibilità di fornire ausilio perché l'allagamento della nave stava avvenendo troppo in fretta». Ed inoltre, aggiunge, «dicono che la Costa ha fornito tutta l'assistenza necessaria ai passeggeri nel momento dello sbarco a terra». L'avvocato ha poi sottolineato che in questa fase «si parla dell'accertamento dei fatti e non delle responsabilità, che verranno valutate durante il processo. Siamo qui per vedere i risultati degli accertamenti – ha concluso – e per conoscere la verità».

Conclusa l'udienza, Schettino lascia l'aula mezz'ora dopo verso struttura "top secret" in Maremma Si è conclusa intorno alle 17.45 la prima udienza fissata per l'incidente probatorio prima di un nuovo aggiornamento a domani mattina. il comandante Francesco Schettino ha lasciato il teatro Moderno di Grosseto salendo a bordo dell'auto con cui era arrivato stamani e dirigendosi nella struttura "top secret" in Maremma dove soggiorna in questo periodo. Il primo a lasciare l'aula e' stato il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio

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