Imparare a lavorare sul web utilizzando meglio i social media. Tutti ne parlano, tutti hanno aperto almeno un profilo su Facebook o Twitter, ma forse ancora in pochi sanno davvero come utilizzare questi network per lavorare meglio e di più. I Giovani imprenditori della Confcommercio di Arezzo hanno stretto un'alleanza con CloudItalia e fondazione Sistema Toscana per aiutare gli imprenditori ad entrare nel mondo del “2.0” avvalendosi di tutti i nuovi strumenti disponibili per avvicinare i clienti potenziali, restare in contatto con quelli già acquisiti e, in generale, far crescere la notorietà del proprio marchio aziendale. Ed è proprio a tal proposito che ieri si è tenuta una giornata di seminari gratuiti dedicati rispettivamente alle imprese commerciali e a quelle turistiche nella sede Confcommercio di Arezzo.
 
I seminari Sebbene la “grammatica” dei social media sia infatti uguale per tutti, ogni impresa, a seconda del settore di appartenenza, deve utilizzare una diversa sintassi per “colpire al cuore” il proprio pubblico. È forse questo il messaggio più forte che è uscito dal ricco programma di incontri e di seminari.« Come giovani imprenditori siamo molto sensibili allo sviluppo delle nuove tecnologie informatiche – ha commentato Simona Petrozzi, presidente degli Under 40 della Confcommercio Toscana -, i social media offrono una straordinaria opportunità per aumentare la competitività delle imprese con investimenti tutto sommato poco onerosi e alla portata di tutti: bastano un pc e la connessione ad internet, poi però occorrono tempo e volonta' di capire come funziona il sistema, altrimenti non si raggiunge l'obiettivo. Purtroppo – avverte ancora Petrozzi – l'uso che attualmente molte aziende, dai negozi ai ristoranti, fanno di Facebook, Google Plus e simili non è propriamente corretto. Non basta essere presenti, non basta invitare le persone a tutte le nostre iniziative e tanto meno fare pubblicità ai nostri prodotti e servizi come se fossimo su un portale di e-commerce. Si rischia anzi di ottenere l'effetto contrario. Alla base dei social media esiste una precisa etichetta di comportamento, no ai contenuti autoreferenziali, sì a trasparenza, verità, interazione vera con gli utenti, sì al potere delle immagini sulle parole».

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