Banca Mps ha chiuso il 2020 con una perdita di 1,69 miliardi in crescita rispetto al rosso di 1,033 miliardi registrato nel 2019.

Sui conti della banca, spiega una nota, hanno pesato componenti non operative negative per 1.305 milioni inclusive, tra l’altro, di 984 milioni di accantonamenti a fondi rischi e oneri e 154 milioni di oneri di ristrutturazione legati a Hydra e all’esodo del personale avvenuto nel quarto trimestre del 2020. Le rettifiche su crediti sono ammontate a 748 milioni, di cui 348 milioni derivanti dagli effetti del Covid-19. Nel corso del 2020 Mps ha registrato un calo dei ricavi dell’11,2%, a quota 2,9 miliardi. Dai numeri emergono anche 984 milioni di accantonamenti al fondo rischi e oneri «riconducibili principalmente ad accantonamenti su rischi legali, in particolare su pregresse operazioni di aumento di capitale e rischi connessi ad accordi contrattuali».

Nel dettaglio Mps ha chiuso il quarto trimestre del 2020 con una perdita di 149,6 milioni di euro, appesantito da costi operativi per 573 milioni, in crescita del 5,2% sul trimestre precedente, «per effetto della tipica accelerazione di fine anno e di componenti non ricorrenti» e da rettifiche non ordinarie su crediti legate al Covid per 48 milioni di euro.

Senza fusione pieno sostegno Tesoro ad aumento

In merito poi all’ipotesi fusione con un altro istituto nel caso in cui Mps non dovesse riuscire a trovare un partner con cui aggregarsi lo Stato italiano, si legge sempre nella nota della banca senese,  ha garantito «pieno sostegno» alla sottoscrizione pro-quota dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi che la banca si troverebbe a dover realizzare.

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