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Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha fatto sapere che al momento sono risultati positivi al coronavirus 116 agenti e 19 detenuti e «con 10 casi il carcere di Pisa è quello con la situazione più grave». Lo denuncia il segretario generale della Confederazione dei sindacati indipendenti della polizia penitenziaria (Ciisa), Romeo Chierchia.

Paziente numero 1 è una dottoressa «Il dato diffuso – spiega la sigla in una nota – non tiene conto del personale dell’area sanitaria, primaria fonte di contagio. A Pisa il paziente numero 1 è una dottoressa. Il mancato utilizzo dei dispositivi di protezione individuale ha esposto il personale ai rischi: 7 agenti e 3 esponenti dell’area sanitaria si sono infettati. Non si esclude un’azione penale nei confronti di chi ha sottovalutato il contagio. Chi sbaglia deve pagare». A Pisa, inoltre «all’agente in isolamento sanitario presso la caserma, non è stato consegnato un pasto caldo a causa della disorganizzazione della Direzione» e intanto, afferma sempre Ciisa, «la Regione Toscana fa sapere che non ci sono detenuti infetti al coronavirus, ma quanti tamponi sono stati effettuati nei confronti dei 3.473 detenuti? La diffusione è appena iniziata e chiediamo, a distanza di una decina di giorni, il secondo tampone al personale penitenziario pisano nonché la priorità sul test sierologico. Servono tamponi e test sierologici a tutti gli agenti della polizia penitenziaria sul territorio nazionale».

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