Non si ferma la sforbiciata dell’agenzia di rating Moody’s che oggi ha nuovamente rivisto, declassandoli, i rating e outlook di 83 fra amministrazioni locali europee e italiane. «Un declassamento che era nell’aria dopo quello del “Sistema Italia” sempre ad opera di Moody’s dei giorni scorsi – spiega ad agenziaimpress.it Antonella Brozzetti, docente di diritto europeo della banca e della finanza all’Università di Siena -. Inevitabile che dopo aver “bocciato” l’Italia, la scure dell’agenzia di rating americana si sarebbe abbattuta sulle singole amministrazioni locali».

Il declassamento dell’Italia Le Regioni Lombardia, Toscana, Umbria e Veneto, la Provincia e il Comune di Milano come pure quelli di Firenze e Siena,  la Provincia di Torino e la citta' di Venezia. Sono tra le 21 amministrazioni locali a cui Moody’s ha tagliato il rating. Nel dettaglio la Regione Toscana è passata da A2 ad A3, la Provincia di Firenze da A2 ad A3, il Comune di Firenze da A3 a Baa1, il Comune di Siena da A2 ad A3.  Fuori dalla Toscana gli enti interessati sono: Regione Basilicata (da A2 ad A3), Provincia di Bolzano (da Aa3 ad A1), Cassa del Trentino (da Aa3 ad A1), Finlombarda (da A2 ad A3), , Regione Liguria (da A2 ad A3), Regione Lombardia (da A1 ad A2), Regione Marche (da A2 ad A3), Comune di Milano (da A2 ad A3), Provincia di Milano (da A2 ad A3), Regione Molise (da Baa1 a Baa2), Provincia di Rieti (da A3 a Baa1), Regione Sicilia (da A2 a A3), Provincia di Trento (da Aa3 a A1), Provincia di Torino (da A2 ad A3), Regione Umbria (da A2 ad A3), Regione Veneto (da A2 ad A3), Comune di Venezia (da A2 ad A3).

Le decisioni di oggi Il declassamento giunge all’indomani di quello del 14 febbraio sempre di Moody’s che aveva ritoccato al ribassoil rating di Italia, Spagna e Portogallo. Quello italiano, in particolare, è stato portato da A2 ad A3, con outlook negativo, e la stessa sorte è toccata a quello spagnolo; quello portoghese è invece sceso al livello Ba3.  Il motivo del declassamento dell’Italia sarebbe da rintracciare nelle incertezze legate alla situazione europea, sia per quel che riguarda le riforme in atto sia per quel che riguarda le previsioni economiche. «Tutto ciò – spiegano gli analisti dell'agenzia – peserà sulla già fragile fiducia dei mercati». Ci sono poi le incertezze legate sia alla situazione economica italiana che è in via di deterioramento, come quelle sulla situazione dei conti pubblici, a partire dall'elevatissimo livello del debito pubblico. Infine – sottolinea Moody's, c'è un «rischio significativo», quello che il governo italiano non riesca a centrare gli obiettivi di risanamento a causa della «marcata debolezza strutturale dell'economia del Paese». L'outlook negativo viene spiegato con un possibile peggioramento della situazione economica e finanziaria in Italia a seguito di un ulteriore deterioramento della crisi del debito nell'Eurozona. Insomma, è proprio il caso di dire che «piove sul bagnato».
 
Per capire meglio gli effetti di questa novità abbiamo sentito il parere della professoressa Antonella Brozzetti, docente di diritto europeo della banca e della finanza all'Università di Siena.

Come valuta la decisione di Moody’s relativamente agli enti toscani?
«La valutazione relativa alla situazione finanziaria di Regione Toscana, Provincia e Comuni di Firenze e Siena  – continua Brozzetti – vuol dire che gli analisti percepiscono questi enti sempre meno affidabili sul piano creditizio, a causa della loro situazione finanziaria complessiva. Nel caso di Siena, poi, ha inciso senz’altro anche la notizia della cessione da parte della Fondazione Monte dei Paschi del 15% delle sue quote e la situazione di incertezza che gravita attorno alla stessa Fondazione e quindi alal Banca Mps. Tuttavia, a parziale consolazione occorre anche dire che Regione Toscan , Provincia di Firenze e Comune di Siena continuano a rimanere nella fascia A, quella considerata comunque la più affidabile. Più preoccupante la situazione per il Comune di Firenze sceso dalla fascia A3 a Baa1».
 
Quali gli effetti immediati da questa decisione?
«La bocciatura di Moody’s potrebbe tradursi in effetti negativi per questi enti e in una maggiore difficoltà di chiedere e ottenere finanziamenti perché le banche prima di concederli, oltre a valutare il bilancio dell’istituzione pubblica, prestano molta attenzione al parere degli organi esterni, come le stesse agenzie di rating. In pratica il declassamento può condizionare l’operatività degli enti perché impatta sulla capacità di finanziarsi e rifinanziarsi dell’ente che è costretto a sopportare oneri maggiori».
 
Ma quali sono gli effetti che rischiano di pesare sul cittadino a causa di questi declassamenti?
«Gli effetti si potranno notare se i Comuni declassati avranno difficoltà a rifinanziarsi. L’indebitamento potrebbe diventare più costoso di fronte alla richiesta di maggiori garanzie da parte delle banche che per tutelarsi potrebbero aumentare gli interessi. Gli enti locali si troverebbero così in difficoltà a mantenere elevata la qualità dei servizi ai cittadini».

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