Il disegno di legge “Svuotacarceri” ottiene l’ok alla Camera e apre un importante spiraglio soprattutto per l’istituto penitenziario di Ranza, a San Gimignano, con un ordine del giorno ad hoc a risanare le preoccupanti condizioni in cui verte la struttura più volte oggetto di denunce e mobilitazioni anche da parte degli amministratori locali.
 
La soddisfazione del sindaco Il plauso al decreto arriva dal sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi anche in qualità di titolare della delega alle politiche sociali in ambito carcerario di ANCI Toscana: «L’ordine del giorno relativo alla struttura carceraria di Ranza all’interno del decreto legge “Svuotacarceri” approvato alla Camera, rappresenta un punto di svolta nella risoluzione degli annosi problemi di sovraffollamento dei detenuti, carenza di personale e gravi condizioni strutturali. Finalmente s’intravede una possibilità di rendere accettabili le condizioni di vita e di sicurezza all’interno e all’esterno della struttura dopo anni di battaglie, portate avanti anche dall’amministrazione comunale, lettere aperte ai Ministeri competenti, consigli comunali tematici e appelli di ogni genere nelle sedi opportune e nei media. Integrazione delle risorse finanziarie per il potenziamento, la ristrutturazione e la messa a norma delle strutture carcerarie e lo stanziamento di fondi per far fronte al sovrappopolamento degli istituti – prosegue Bassi – è quanto previsto nell’articolo 4 della norma ed è quanto abbiamo chiesto più volte anche al Governo precedente senza, però, ottenere mai risposte concrete. Il Ministro di Giustizia Severino ha dimostrato di essere interlocutore differente e l’ordine del giorno che sancisce l’impegno del Governo ad “adottare iniziative urgenti per risolvere problemi non più rinviabili per il carcere di Ranza, come l’approvvigionamento idrico e le questioni di natura strutturale e organica” evidenzia proprio come siamo di fronte finalmente ad un progetto concreto di risoluzione delle criticità. Mi preme ringraziare l’onorevole Susanna Cenni per l’impegno profuso alla Camera e non solo, per la risoluzione dei problemi di Ranza dimostrandosi ancora una volta attenta e vicina alle questioni territoriali, sia sangimignanesi che senesi».
 
L’ordine del giorno Il disegno di legge del decreto “Svuotacarceri” contiene all'articolo 4 norme per l'integrazione delle risorse finanziarie per il potenziamento, la ristrutturazione e la messa a norma delle strutture carcerarie e lo stanziamento di fondi per far fronte al sovrappopolamento degli istituti presenti sul territorio nazionale. «La struttura penitenziaria di Ranza – dichiara Susanna Cenni – rientra nella categoria di casa di reclusione e, come tale, necessita di una sorveglianza attenta e continua, mentre attualmente il livello di sovraffollamento e la carenza di personale ne mettono a rischio il grado di sicurezza. Dai dati resi noti delle organizzazioni sindacali e dalla dirigenza carceraria, infatti, risultano presenti attualmente 410 detenuti, di cui oltre 100 in regime di alta sicurezza, a fronte di una capienza massima di 217 posti. Dall'altro lato, gli agenti di polizia penitenziaria, che dovrebbero essere 233 secondo il decreto ministeriale, sono soltanto 130. Per alcuni anni, inoltre, e' mancato un direttore stabile, rendendo ancora piu' difficile la gestione del penitenziario. Questa situazione – aggiunge l'onorevole Cenni – costringe il personale a turni massacranti, che mettono a rischio la sicurezza del carcere, di loro stessi e dei detenuti. Grazie al senso di responsabilita' dimostrato dal personale, tuttavia, e' stato possibile evitare situazioni drammatiche, tentativi di suicidi e di autolesionismo. I problemi del carcere di Ranza, pero', sono anche di natura strutturale. L'edificio, infatti, e' costruito a un livello inferiore rispetto alla strada, esponendo detenuti e personale a non pochi pericoli; si tratta di una struttura poco stabile e con aspetti igienico-sanitari inefficienti, aggravati dalla carenza di acqua, dovuta alla mancanza dell'allacciamento all'acquedotto. Con l'approvazione dell'ordine del giorno – continua la parlamentare toscana del Pd – il Governo 'si impegna ad adottare iniziative urgenti per risolvere problemi non piu' rinviabili per il carcere di Ranza, come l'approvvigionamento idrico e le questioni di natura strutturale e organica utilizzando le risorse economiche necessarie previste dal disegno di legge'. E' stata quindi finalmente accolta una richiesta avanzata gia' da molto tempo da vari soggetti. Dopo vari atti e iniziative intraprese sin dalla scorsa legislatura dal collega Franco Ceccuzzi, sono seguite altre due interrogazioni presentate da me e numerose altri atti, ai quali spesso non ho ricevuto risposta, oltre a un'interpellanza urgente discussa a gennaio dello scorso anno, ma alla quale non sono seguiti interventi strutturali organici ed efficaci da parte del Ministero della giustizia. Si sono susseguite poi lettere al precedente Ministro, Angelino Alfano, da parte degli enti locali e della Regione Toscana, della stessa Dap Toscana e del sindaco di San Gimignano, Giacomo Bassi, che ha dedicato alla questione consigli tematici aperti. Una situazione d'emergenza – conclude Cenni – ormai ampiamente nota a livello locale, che speriamo possa essere risolta, a questo punto, con un aiuto concreto da parte del Governo, per far si' che siano rispettati i diritti umani dei detenuti e del personale e che sia garantita finalmente la sicurezza del carcere di Ranza. Adesso si trattera' di vigilare sulla concreta attuazione dell'impegno.
 
Il decreto Svuotacarceri Il primo effetto del nuovo decreto sarà che i detenuti cui restano da scontare gli ultimi 18 mesi di carcere possono andare ai domiciliari. Il provvedimento appena approvato riguarderà, è stato calcolato, circa 3 mila detenuti all’anno. Il testo mette poi uno stop al cosiddetto fenomeno delle porte girevoli, ossia l’entrata e l’uscita dal carcere di chi vi sosta solo per tre giorni. Per ovviare al sovraffollamento si prevede, in prima istanza, la destinazione agli arresti domiciliari degli arrestati in flagranza per reati minori di competenza del giudice monocratico (sono esclusi i soggetti accusati di furto in appartamento, furto con strappo, rapina e estorsione semplici). In seconda istanza i detenuti andranno nelle camere di sicurezza di commissariati di polizia e nelle caserme dei carabinieri. Solo se le prime due soluzioni non saranno percorribili, o se chi viene fermato è ritenuto di particolare pericolosità sociale, finirà in un penitenziario. La convalida degli arresti avverrà entro 48 ore e non più entro le 96. Sono poi stanziati 57 milioni per l’edilizia carceraria, visto che la situazione era e rimane esplosiva: se i posti disponibili nei penitenziari sono poco sopra i 45 mila, i detenuti effettivi sommano al momento a oltre 68 mila.
 
 
 

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