Presidente CNA Toscana Centro

FIRENZE – La prossima fermata è la paralisi del sistema industriale. Una denuncia ormai quotidiana di tutte le associazioni di categoria, preoccupate dai prezzi dell’energia e dai rincari delle materie prime.

E, non da ultimo, di una campagna elettorale che potrebbe ritardare eventuale provvedimenti. L’ennesimo affondo è arrivato da Cna Toscana Centro: “Riceviamo decine di chiamate da imprenditori di ogni settore, angosciati per i rincari in bolletta che ormai sfiorano il 300%, e strangolati dalla spinta inflazionistica che questo comporta su materie prime, forniture, occupazione – sottolineano -. I prossimi mesi saranno roventi, ben più della tornata elettorale che ci aspetta, e con grande preoccupazione vediamo avanzare un rischio concreto di collasso del nostro sistema produttivo se non saranno adottati provvedimenti urgenti e date risposte immediate dalla politica”.

A rincarare la dose è il presidente Claudio Bettazzi: “Abbiamo tessiture, orditure, lavanderie, aziende agroalimentari, metalmeccaniche e di produzione che, per arginare almeno in parte i costi in bolletta,  già stanno ragionando sulla rimodulazione degli orari di lavoro, sulla riprogrammazione dei turni, e persino sulla sospensione dell’attività in attesa di vedere segnali concreti dalla politica. Questi rincari infatti non riflettono solo  questioni congiunturali e di carattere geopolitico ma scontano anche tutti i ritardi di un Paese che non ha saputo creare fonti autonome di approvvigionamento e tutte le incertezze che, negli ultimi anni, hanno caratterizzato l’approccio su alcuni temi strategici per il settore energetico nazionale”.

I rimedi proposti da Cna passano da una serie di interventi che non possono essere più rimandati: “E’ necessario attivare subito investimenti sulle infrastrutture per una politica energetica che recuperi almeno in parte il dramma che le imprese stanno vivendo oggi, e su questo tema, per quanto riguarda la Toscana, va detto che non mi appassiona il dibattito in atto sul rigassificatore di Piombino, visto che anche su questa infrastruttura si gioca la sopravvivenza economica regionale. Se è vero che rappresenta una ‘toppa’, piaccia o meno, è comunque una ‘toppa’ necessaria”.

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