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FIRENZE Eugenio Giani forza la mossa, direbbero a Siena, e prende per mano il Pd verso la definitiva indicazione del suo nome per la conferma a candidato della coalizione del centro sinistra a presidente della Regione Toscana.

Indica anche la strada (la direzione regionale del Pd da convocare al più presto) e i primi punti programmatici che non potranno non piacere anche ai possibili alleati (Acqua pubblica, reddito sociale inclusivo).

Dopo che nel fine settimana erano arrivate da tutta la Toscana lettere alla segreteria regionale e alla segretaria nazionale da parte di amministratori e sindaci (addirittura si contano 103 sindaci per Giani), e la stessa Cgil, oggi a scendere in campo sono stati i consiglieri regionali Pd, Mario Puppa (“Giani non si discute”), Federica Fratoni (“Sua ricaduta valore aggiunto”) e Valentina Mercanti, anche presidente dell’assemblea del Partito Democratico della Toscana (“Tutti uniti per sostenere Giani”).

E mentre stamani anche l’ex presidente e suo predecessore, Enrico Rossi, aveva ragionato che non c’è altra scelta che il suo nome (“bocciare ora Giani sarebbe un autogol clamoroso”), alla fine anche il presidente più presente di tutti in ogni angolo della Regione ha preso a essere sempre più esplicito rispetto alla sua ricandidatura.

Prima, in una intervista a La Stampa aveva dichiarato che “non ci sono più le vecchie sezioni del Pci ad assicurare il voto e che dunque “senza di me la vittoria non è scontata”, poi nel pomeriggio è tornato sull’argomento. “Mi fatto molto piacere vedere circoli del Pd autorevoli e partecipati, più della metà dei sindaci della Toscana e contemporaneamente tante istanze della società civile, economica, sindacale, sociale”. Per questo, sottolinea, “non posso che offrire la mia disponibilità per la prossima legislatura. Naturalmente lo faccio nelle regole del partito e della coalizione”.

Poi, indica anche la strada che dovrà essere seguita, casomai qualcuno se ne fosse dimenticato: “È un partito che mi chiede di manifestare la disponibilità, che io ho formalizzato, in modo che la direzione regionale osservi quanto previsto ai sensi degli articoli 24 dello Statuto nazionale e 31 di quello regionale”. In pratica, Giani sta dicendo al segretario nazionale (Elly Schlein) e a quello regionale (Emiliano Fossi) che per non candidarlo dovranno trovare il 60% dei voti in direzione regionale. Auguri.

Infine, si prende anche la libertà di indicare alcune priorità del futuro programma di governo, tra queste il reddito sociale inclusivo “per la lotta alle disuguaglianze”, l’acqua pubblica e maggiori diritti nel sistema sanitario pubblico. Temi che dovrebbero piacere anche ai potenziali alleati della coalizione, AVS e Movimento 5 Stelle. Ora come faranno a mettersi di traverso e dirgli di no?