L'assemblea davanti all'azienda

ROMA – “Il lavoro in Toscana è fondamentale, la Fimer deve avere un’altra direzione”. Eugenio Giani prova ad alzare, incontrando il ministro Adolfo Urso.

“Siamo qui per l’azienda di Terranuova Bracciolini che produce inverter, i trasformatori che da pannello fotovoltaico trasformano il sole in energia elettrica, un prodotto che va e ha mercato, ma chi ha avuto la proprietà e guida l’azienda l’ha resa in crisi – ha detto il presidente regionale -. Basta, non ne possiamo più, vogliamo chi sappia investire e guidare, sono in ballo 280 posti di lavoro, con l’indotto 500,600”.

Al confronto erano presenti anche l’azionista, Ambrogio Carzanica, Luca Bertazzini del cda e i legali dell’azienda. Nello stesso momento a Terranuova Bracciolini (Arezzo) il consigliere Valerio Fabiani, con le strutture di Arti unità di crisi, partecipava collegato dallo stabilimento occupato dai lavoratori, con sindacati e rsu. Un segno di vicinanza e partecipazione per una vertenza che mese dopo mese, dice Fabiani: “Ricorda un classico della commedia dell’arte: il teatro dell’assurdo”.

A breve, il 14 giugno, ci sarà l’udienza presso il Tribunale di Arezzo, con i nomi dei tre commissari che potrebbero guidare l’amministrazione straordinaria. “L’azienda ha proposto una ricostruzione dei fatti sui quali mi rifiuto di commentare – ha dichiarato Fabiani -: addossano i loro fallimenti agli investitori e agli amministratori: peccato che i primi siano stati proposti dall’azionista, i secondi direttamente nominati dal medesimo. Per questo serve discontinuità nella proprietà e nella gestione per salvare l’azienda”.

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