FIRENZE – Nell’ultimo anno le imprese a trazione femminile a Firenze sono diminuite dell’1%. Oggi sono più di 20mila. Il calo due anni fa era del 2,4%.

“In un momento cruciale come quello attuale, è fondamentale promuovere e incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, sia attraverso forme di impiego autonomo che subordinato. L’Unione Europea, insieme alla necessità di attuare importanti riforme e investimenti strutturali per la ripresa economica, sollecita un impegno deciso da parte del nostro Paese per colmare le disparità ancora presenti nel settore occupazionale femminile. L’artigianato, le piccole imprese e le professioni offrono concrete opportunità alle donne grazie alle loro caratteristiche intrinseche. Tuttavia, è innegabile che siano presenti sfide e ostacoli da affrontare”, ha affermato Giacomo Cioni, presidente di CNA Imprese Firenze.

I dati per la Città Metropolitana di Firenze, sia pur migliori di quelli medi del paese, parlano chiaro. Il tasso di occupazione femminile (15-64 anni) nel 2022 (ultimi dati Istat disponibili) era pari a 69,1%, quello maschile, invece, sfiorava il 75% con un divario occupazionale pari a circa 6 punti percentuali, un dato, però, inferiore non solo alla media Italiana (circa 18 punti percentuali) ma anche a quella UE (circa 10 punti percentuali).
La musica, purtroppo, non cambia anche lato retribuzioni. Quella media annua delle donne del settore privato della Metrocittà era, nel 2022 (ultimo dato Inps disponibile), di 7.229 euro inferiore a quella degli uomini (19.829 euro stipendio medio femminile e 27.058 euro stipendio maschile): una differenza assimilabile a quella esistente a livello medio italiano pari a 7.922 euro (18.305 euro stipendio medio femminile e 26.227 euro stipendio maschile).

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