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Hanno dovuto aspettare il 30 agosto  i piccoli e medi imprenditori fiorentini per “festeggiare” il Tax Free Day, l’ultimo giorno dell’anno nel quale hanno lavorato per pagare tasse, oneri e contributi.

A Firenze fisco pesante Firenze si conferma così, anche per quest’anno, una delle città d’Italia in cui il fisco è più pesante: la quinta (peggiori solo le performance di Reggio Calabria, Bologna, Roma e Napoli con un’imposizione fiscale superiore dai 3 agli 0,2 punti percentuali) sui 141 Comuni (comprensivi di tutti i capoluoghi di regione e provincia) considerati dall’Osservatorio annuale CNA sulla Tassazione delle PMI. La performance migliore quella di Bolzano con Tax free Day all’11 luglio. Il dato medio italiano indica il 5 agosto per il Tax Free Day e il 59,7% per il Total Tax Rate (quasi 7 punti percentuali in meno del dato fiorentino).

Con un Total Tax Rate (la pressione globale del fisco sui profitti delle imprese) del 66,5%, l’azienda tipo fiorentina (350 mq di laboratorio artigiano e negozio di 175, 4 operai ed 1 impiegato, con ricavi di 431mila euro, costi totali di 381mila euro e reddito d’impresa di 50mila euro) ha pagato all’erario e in contributi il 56,2% delle proprie tasse, alla Regione Toscana l’8,7% e al Comune di Firenze il 35,1%. In dettaglio, sul già citato reddito d’impresa di 50mila euro, 33.250 euro di tasse che equivalgono a 243 giorni di lavoro: 18.678 tra Irpef e contributi (invalidità, Vecchiaia e Superstiti) allo Stato; 11.686 tra Imu/Tasi, Tari e addizionale comunale Irpef al Comune di Firenze; 2.886 tra Irap, addizionale regionale Irpef alla regione Toscana. Al netto dei pagamenti, sono così rimasti a disposizione dell’impresa solo 16.750 euro.

Nel 2018 il Tax Free Day il 10/9 Paradossale che si tratti di dati in miglioramento. Rispetto al 2018, quando si era lavorato fino al 10 settembre per pagare le tasse (254 giorni invece degli attuali 243), il Total Tax Rate è diminuito di 3 punti percentuali dovuti alla minor imposizione dello Stato (-1.442 euro), della Regione Toscana (-35 euro) e del Comune di Firenze (-4 euro). A disposizione delle imprese sono così rimasti 16.750 euro, 1.481 euro in più rispetto al 2018 interrompendo una serie al ribasso che proseguiva dal 2016.

Il presidente Cioni: «Occorre sforzo maggiore» «Sembra proprio che quest’anno in campo fiscale sia stato l’uomo a mordere il cane – commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana -. È sostanzialmente il risultato dell’innalzamento al 50% della deducibilità Imu sugli immobili strumentali introdotta dalla legge di bilancio 2019 su pressione, in particolare, della Cna che ne ha fatto un cavallo di battaglia. Un segnale che apprezziamo moltissimo, anche se, purtroppo, gli imprenditori continuano a lavorare ben oltre metà dell’anno per un socio tanto inerte quanto esigente: l’amministrazione pubblica, centrale e locale. Occorre uno sforzo maggiore da parte di Palazzo Vecchio, della Regione e dello Stato, che pure, ripeto, stanno andando nella giusta direzione». Totalmente invariata invece la situazione nel caso le imprese scegliessero di applicare la Mini-IRES quale metodo di tassazione dei redditi d’impresa: il carico globale di imposte rimarrebbe per il 2019 fisso a 33.250 euro, corrispondente al Total Tax Rate del 66,5%. «Se invece fossimo nel 2023 – prosegue Cioni – quando la deducibilità IMU sarà del 100% potremmo beneficiare di un maggior reddito disponibile (19.218 euro, 2.468 in più degli attuali e quasi 4mila in più rispetto al 2018) e di un Total Tax Rate abbassato al 61,6%. Ancora un segno che la direzione imboccata è quella giusta, ma che stiamo percorrendo la strada lentamente, mentre alle imprese, provate da 10 anni di crisi, serve uno scatto».

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