MONTEPULCIANO – Tre giorni fa il muro ha ceduto all’improvviso, provocando una frana che fortunatamente non ha avuto conseguenze.

Trenta metri della cinta che circonda il centro storico di Montepulciano (Siena), in corrispondenza di un’abitazione privata. L’area era sotto osservazione da parte dell’amministrazione, che era intervenuta per allontanare gli ungulati che avevano trovato riparo nella folta vegetazione presente. Il Comune aveva perciò incaricato una ditta di bonificare la zona. Azione che andava di pari passo con la riqualificazione del parcheggio Collazzi. Per fare ciò però era prima necessario un consolidamento della mura soprastanti.

Da una prima analisi sembra che a causare il crollo sia stata la presenza di infiltrazioni d’acqua sulla parte retrostante del muro con conseguente svuotamento del terreno a monte della struttura stessa. L’area è stata subito messa in sicurezza, installando un’idonea recinzione per inibire al pubblico l’accesso. Sono stati inoltre affidati incarichi a due professionisti, un geologo ed un ingegnere, per effettuare tutte le verifiche necessarie. Il vicesindaco Alice Raspanti era anche questa mattina a supervisionare l’accaduto, con l’obiettivo di comprendere la necessità o meno di prendere altre contromisure. Lunedì è previsto in Comune un tavolo tecnico per programmare i lavori di ripristino.

L’episodio ha visto la ferma presa di posizione di Italia Nostra, che aveva segnalato le mura nella ‘lista rossa’ dei beni in pericolo già nel 2018. “Lo stato attuale di conservazione è preoccupante – ha affermato l’associazione ambientalista -, perché da decenni non si è proceduto con una sistematica manutenzione, come confermato in una relazione tecnica comunale di alcuni anni fa che afferma la necessità di ‘interventi di consolidamento e restauro generalizzati, considerato anche che negli ultimi anni si sono verificati diversi crolli”.

Italia Nostra ha quindi rincarato la dose: “Si può quindi affermare che siamo di fronte ad una situazione critica, che gli interventi puntuali avviati nel 2020 da parte del Comune su una piccola porzione di circa 40m del versante immediatamente retrostante l’abside della chiesa di Sant’Agostino, seppur meritori, non risolvono il problema più generale e complessivo. Purtroppo, si rincorrono gli eventi invece di prevenirli”.

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