La Toscana a rischio frane e alluvioni. Drammatica la situazione per quanto riguarda 7 province su 10, almeno il 91 per cento delle abitazioni è stata costruita in zone a rischio. E’ quanto emerge da un’indagine nazionale (Ecosistema Rischio) promossa da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile e resa pubblica nel dicembre del 2009 che permette di conoscere la reale condizione dei comuni italiani considerati a rischio idrogeologico.


I dati – Secondo tale ricerca in Toscana esistono 15 comuni a rischio frana, 31 a rischio alluvione e 234 comuni che presentano entrambe le problematiche. Sono ben 7 su 10 le province toscane a presentare un fattore di rischio pari al 100 per cento per quanto riguarda frane e alluvioni (Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato, Pistoia), resta comunque critica la situazione di Arezzo (97per cento), Siena (94 per cento) e Grosseto (86 per cento). Il 91 per cento delle abitazioni e il 77 per cento delle industrie toscane sono state edificate in aree a rischio.

Regioni a confronto – Risulta essere il Trentino Alto Adige la regione più virtuosa per quanto riguarda i lavori svolti dalle amministrazioni comunali per la mitigazione del rischio idrogeologico (56 per cento), seguita dalla Valle d’Aosta con il 46 per cento. La Toscana si classifica sesta con il 39 per cento, la Sardegna, invece, è il fanalino di coda con uno scarso 6 per cento.


Gli interventi – I Comuni possono intervenire concretamente per contrastare questo rischio prevedendo attività ordinarie legate alla gestione del territorio, un’adeguata pianificazione urbanistica, interventi di delocalizzazione di abitazioni e fabbricati dalle aree a rischio senza tralasciare l’adeguamento alle norme di salvaguardia dettate dai Piani di bacino e la corretta manutenzione del territorio. Inoltre è necessario, secondo Legambiente e Protezione civile, redigere dei piani di emergenza che siano aggiornati e conosciuti dalla popolazione e garantire una organizzazione locale capace di prestare il primo soccorso di emergenza. 


Elena Bucalossi
 

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