treno_treni_stazione_smn_firenze2_snove.jpg«Le Segreterie Regionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti, dopo una prima azione di sciopero di 8 ore fatto a novembre 2015, sono state obbligate dall’atteggiamento aziendale a proclamare una seconda azione di sciopero di 24 ore, nel giorno 21/04/2016 dalle ore 21.00 alle ore 20,59 del giorno 22/04/2016 di tutto il personale del settore che si occupa della circolazione treni della società RFI del gruppo FS». Questo l’incipit del comunicato stampa diffuso dai sindacati in cui si annuncia la giornata in cui i lavoratori incroceranno le braccia.

Servizi essenziali garantiti «Si precisa – prosegue la nota – che lo sciopero non interesserà i servizi minimi garantiti e quelli riportati sul sito di Trenitalia con la prevista salvaguardia delle fasce pendolari». Le motivazione della protesta sono da ricondursi alla «pesante riorganizzazione che Rete Ferroviaria Italiana ha messo in atto negli ultimi anni», che «ha prodotto una desertificazione del territorio e ha eliminato molte delle figure necessarie alla gestione del traffico ferroviario. Si sono ridotti i posti di lavoro e manca totalmente una volontà di procedere alle assunzioni necessarie, per coprire i turni concordati. Il disinteresse che la società RFI DTP Firenze ha mantenuto costantemente nei confronti di queste tematiche e l’indifferenza perpetrata dopo la prima azione di sciopero – proseguono i sindacati -, rileva un atteggiamento a dir poco irrispettoso nei confronti di chi ha cercato di portare un contributo al lavoro per la gestione di un delicato processo che è nell’interesse della collettività».

Il disservizio La nota stampa si conclude con l’avviso ai passeggeri. «Non è nostra intenzione creare disagio ai cittadini ai quali chiediamo pazienza e comprensione per i disagi che dovranno sopportare dalla serata di giovedì fino a quella di venerdì, ma vogliamo sottolineare e denunciare che la responsabilità di tutto questo è attribuibile esclusivamente ad RFI che cerca di eludere un confronto serio e costruttivo per trovare soluzioni alle problematiche, non rispettando gli accordi sottoscritti con le Organizzazioni Sindacali».

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