negritaSiccome non c’è disco senza live, siamo ormai pronti a riaccendere gli amplificatori, alzare i volumi e sudare rock sui più prestigiosi palchi italiani, saltando insieme a Voi!

Pau

Dopo il capitolo unplugged, i Negrita tornano in studio di registrazione e sui palchi d’Italia, con un tour che partirà proprio dalla natia Toscana, da Firenze, il 10 aprile al Mandela Forum di Firenze (tappe successive saranno Bologna, Padova, Torino, Assago, Roma, Pescara, Pordenone).

Il nono album La band aretina torna con “9”, titolo messo lì a ricordare la loro nona uscita discografica, nei negozi martedì 24 marzo. Prodotto da Fabrizio Barbacci, l’album della band toscana contiene 13 brani inediti, è stato registrato in Irlanda, al Grouse Lodge di Rosemount e masterizzato da Ted Jensen (Green Day, Coldplay, Arcade Fire…) allo Sterling Sound di New York. «In questo album ci sono tante influenze, non abbiamo trovato un titolo che potesse rappresentare tutto l’album – spiega Pau – Ci sono tanti dischi che hanno un titolo come numero, mi vengono in mente quelli dei Led Zeppelin. Quindi ci siamo detti perché no».  i “9” arriva a oltre tre anni distanza da “Dannato vivere”, allora Disco di Platino. «Rispetto al passato ci siamo avvicinati alla produzione con un’attitudine diversa – dice Mac – E’ quella di una band che si ritrova in un luogo solo per scrivere, comporre, arrangiare, dove esiste l’interplay, dove ciascuno influenza l’altro. Per questo è un disco molto diverso da ‘Dannato Vivere’. Quello è il disco in cui siamo rimasti in tre, anche Frankie lasciò la band dopo Zama. All’epoca facemmo di necessità virtù e usammo la tecnica di sovrapposizione delle tracce. Ma ci siamo resi conto che non siamo così, quindi siamo tornati all’approccio tradizionale della presa diretta».

L’esperienza del musical Il disco è nato mentre la band era impegnata nel musical “Jesus Christ Superstar”, in cui Pau interpretava Ponzio Pilato mentre Drigo e Mac suonavano nell’orchestra dal vivo. «L’esperienza nel musical ci ha portato a riavvicinarci ad un periodo musicale ben preciso e questo ci ha facilitato a tornare alle radici del rock: anche la copertina e il progetto grafico ne sono ispirati. Sembriamo una band della fine degli anni 60». Come tornare alle radici del rock pur restando attuali? “Abbiamo i piedi ben piantati in questo decennio, ma con la testa abbia fatto dei bei voli di fantasia, cercando di recuperare un certo atteggiamento vintage che ha fatto così tanto per l’immaginario contemporaneo».

 

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