Una richiesta di rinvio a giudizio per l’attuale presidente di Banca Mps Alessandro Profumo relativa al periodo in cui ha ricoperto il ruolo di Amministratore Delegato di Unicredit. E’ il provvedimento della Procura di Bologna, una sorta di conferma su quanto richiesto già dalla Procura di Milano, nell’ambito dell’inchiesta su una presunta maxi frode fiscale da 245 milioni di euro e realizzata tra il 2007 e il 2008 proprio dall’istituto di credito lombardo attraverso un’operazione di finanza strutturata chiamata Brontos. Oltre che per Profumo il provvedimento sarebbe stato richiesto anche per altre 19 persone legate ad Unicredit e Barclays al momento della conduzione dell’operazione finanziaria impugnata. 
 
Il processo da Milano a Bologna Il 23 novembre scorso il giudice della seconda sezione di Milano, Maria Antonietta Monfredi, aveva dichiarato incompetente il Tribunale lombardo nel processo riguardante la presunta frode fiscale e aveva deciso che gli atti venissero trasferiti a Bologna. L'eccezione di incompetenza era stata avanzata dalle difese. La Procura bolognese è quindi ripartita dalla chiusura delle indagini, l'atto precedente alla richiesta di rinvio a giudizio. Ma il Pm titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Giuseppe Di Giorgio, nel chiedere il rinvio a giudizio ha anche denunciato conflitto di competenza con Milano. La richiesta è attualmente pendente davanti all'ufficio Gip, che non ha ancora fissato la data dell'udienza preliminare.
 
Le opzioni in mano al Gip Di fatto le condotte contestate si sarebbero realizzate in diverse città (tra cui appunto Milano, Bologna, ma anche Roma). Il Gip di Bologna cui è stato assegnato il procedimento, Maurizio Millo, ora ha davanti un ventaglio di opzioni: se non dovesse condividere la denuncia del Pm e ritenesse Bologna competente dovrebbe procedere con la fissazione dell'udienza preliminare; oppure invece, se la condividesse, potrebbe rinviare alla Cassazione per una pronuncia definitiva sulla competenza territoriale. In linea teorica infine, il Gip potrebbe anche giudicare che la competenza spetti a Roma e inviare alla capitale gli atti.
 
L’accusa Al centro dell'indagine coordinata dal Procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo ci sono una serie di operazioni che, per l'accusa, avrebbero permesso a Unicredit di pagare meno tasse nel periodo 2007-2009. Stando l'ipotesi formulata dal procuratore Robledo, il gruppo bancario avrebbe effettuato alcune operazioni di finanza strutturata con società lussemburghesi di Barclays per mascherare utili, facendoli figurare come dividendi, quindi soggetti a una aliquota fiscale più bassa.

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