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SIENA – Il “National Security Strategy of the United States”, diffuso a inizio dicembre, è la nuova strategia di politica globale dell’America di Trump. Nel mirino, più che la Russia di Putin o la Cina della competizione più difficile, c’è l’Europa.

In particolare, in quei settori decisivi anche per la sicurezza nazionale, che sono lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e il business dei colossi digitali americani.

Pur senza citare direttamente atti come l’AI Act o il Digital Services Act, la Strategia esprime una critica netta al paradigma normativo europeo, accusato di soffocare creatività, imprenditorialità, ricerca e innovazione. Pochi giorni prima della diffusione del documento, Howard Lutnick, segretario al Commercio USA, ha dichiarato che gli Stati Uniti sono disposti a ridurre i dazi su acciaio e alluminio imposti all’Unione Europea solo se Bruxelles adotterà una normativa digitale più “equilibrata” e meno stringente per le Big Tech, chiedendo in cambio una revisione delle regole come l’AI Act e la risoluzione dei casi aperti contro aziende americane come Apple, Amazon e Meta.

In piena sintonia con l’amministrazione Trump sono i colossi digitali americani, come documentato nel libro “Il potere delle macchine sapienti – Intelligenza artificiale, informazione, democrazia” (Primamedia editore) di Daniele Magrini.

Clicca qui per leggere lo stralcio che fa ben capire quanto sia ferrea l’alleanza tra Trump e le Big Tech americane.