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FIRENZE – Oltre 500 membri della comunità universitaria di Firenze hanno lanciato un appello per la sospensione o l’interruzione degli accordi con le università israeliane presenti nell’Ateneo fiorentino.

La richiesta nasce da una ferma condanna alle azioni militari e politiche israeliane nei territori palestinesi, giudicate responsabili di crimini di guerra e in palese contrasto con i valori etici e statutari dell’Università di Firenze.

Cinque dipartimenti hanno già adottato misure concrete: Matematica e Informatica, Ingegneria Civile e Ambientale, Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali hanno cessato la collaborazione con l’Università Ben-Gurion; Architettura ha sospeso l’accordo con Ariel University; Scienze Politiche e Sociali ha congelato il protocollo con il Centro Blavatnik per la cybersecurity dell’Università di Tel Aviv. Queste azioni rappresentano un gesto di dissenso contro quanto definito come “scolasticidio”, ovvero la repressione che limita l’accesso allo studio per la popolazione palestinese, in una situazione già gravemente compromessa negli anni recenti.

L’appello sottolinea come la cooperazione accademica con atenei israeliani sia implicata in un sistema che giustifica o nega crimini di guerra, contraddicendo apertamente i principi etici dell’università fiorentina.

Da tempo, analoghe iniziative di boicottaggio accademico stanno trovando spazio in Italia, con altre università, come quelle di Palermo e Milano, che hanno sospeso o congelato accordi con istituti israeliani, in particolare quelli che collaborano con il complesso militare-industriale israeliano o si trovano in territori occupati.