La carabina dorata di Niccolò Campriani arricchisce con il metallo più prezioso il medagliere toscano. Il tiratore fiorentino è stato il raggio di luce che ha illuminato la giornata più cupa delle Olimpiadi italiane, sconvolte da caso-Schwarzer. La settima medaglia d’oro dell’Italia a Londra 2012 porta la firma di Niccolò Campriani, autore di una prestazione super nella carabina 50 metri da tre posizioni. Una prova super che lo ha condotto anche al record olimpico oltre che al gradino più alto del podio dopo l’exploit che gli aveva fruttato l’argento nella specialità da 10 metri (leggi). Per Firenze, patria di Campriani, e per la Toscana, si tratta di un successo di grande orgoglio che porta a 5 le medaglie conquistate dagli atleti del Granducato a Londra, il secondo oro dopo quello del fioretto a squadre italiano dove è stato decisivo il livornese Andrea Baldini: sui 17 piazzamenti a podio dell’Italia a Londra, 5 parlano toscano, una media di un atleta su tre.
 
L’impresa di Campriani La gara del tiratore fiorentino delle Fiamme Gialle è stata perfetta. Il record olimpico è arrivato già in una strepitosa finale che gli ha permesso di arrivare all’atto finale della gara con un vantaggio di ben otto colpi sui suoi più diretti avversari. «All’ultimo sentivo tanta pressione. Qui basta un colpo sbagliato e addio primo posto. Così il cuore batte e la mano trema anche se ormai ho imparato a guardare più ai miei punti di forza che alle fragilità», ha dichiarato a caldo Campriani, esprimendo in maniera esaustiva quello che è il suo grande carattere. Alle sue spalle il coreano Kim e l’amico-nemico Emmons (Usa) che si sono dovuti fronteggiare solo nella lotta per l’argento.
 
Campioni dentro e fuori dal poligono E mentre l’Italia sportiva scopre il tiro a segno con la carabina e si sveglia sconvolta per l’esclusione dell’oro di  Pechino Alex Schwarzer causa doping, l’immagine più bella che arriva da Londra è proprio quella di questo straordinario campione fiorentino, leader e campionissimo olimpico con la carabina, ma anche grande uomo fuori dal poligono di tiro. In conferenza stampa, l’amico-rivale Matt Emmons si è lasciato andare ad un pianto disperato per aver gettato via l’argento olimpico (soprattutto dopo le beffe che lo stesso statunitense aveva vissuto sia ad Atene che a Pechino, ndr). A quel punto è intervenuto Niccolò Campriani che ha interrotto i giornalisti così: «I campioni non si riconoscono da quante gare vincono, ma da come si rialzano dopo una sconfitta. Matt è sempre stato una fonte d’ispirazione per me, un modello da seguire. Sono orgoglioso che sia seduto qui accanto a me». Campioni olimpici e uomini veri quindi. Il fiorentino Campriani si erge a modello per tutti nello sport e nella vita. Essere toscani di sport, oggi, rende ancora più orgogliosi.

Articolo precedenteLo Spiegel online raccoglie l’appello del Giglio e si mette sulle tracce dell’elmo del Campese
Articolo successivo“Provaci ancora Sam” al Verdi di Casciana con Andrea Buscemi